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Didone, una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo

La sua storia è stata raccontata per più di duemila anni, plasmata in base ai mutamenti della cultura occidentale che ne ha delineato i mondi simbolici con i quali è entrata in contatto.

Didone “l’errante”, chiamata così dopo il suo arrivo a Byrsa (Cartagine). Il suo vero nome era Elissa, un nome fenicio trascritto poi in greco Theiosso.

La regina fenicia Elissa fuggì dagli intrighi di suo fratello Pigmalione, uomo avido di ricchezze, che aveva fatto uccidere Sicheo, marito di Elissa e ricco sacerdote del dio Melqart. Pigmalione lo aveva ammazzato davanti agli altari eclissando l’accaduto alla sorella. L’ombra del marito insepolto le venne in sogno e le rivelò ogni cosa  mostrandole dove l’arma lo aveva trafitto. Le raccomandò di fuggire e, come aiuto, le rivelò la posizione dei suoi tesori nascosti.

Didone preparò la fuga insieme ai suoi compagni, quelli che nel regno avevano in odio Pigmalione o ne avevano paura. Prese alcune navi, le caricò d’oro e, una volta giunta sulle sponde libiche, ottenne dal re Iarba il permesso di stabilirsi lì, prendendo tanto terreno “quanto ne poteva contenere una pelle di bue”. L’antico soprannome di Cartagine, infatti, era Birsa, che in greco significa “pelle di bue”.

DIDONE ED ENEA

L’eroe Enea, figlio del mortale Anchise e della dea Afrodite, fugge da Troia dopo la sua caduta. Viaggia per mare ma una tempesta, causata da Eolo istigato da Era, lo costringe ad approdare sulle coste del Nord d’Africa, a Byrsa. Qui la regina Didone offre ospitalità ai profughi troiani e durante un banchetto chiede a Enea di narrarle le sue vicende.

In un primo momento Didone rimane fedele al suo voto di castità nei confronti del defunto marito Sicheo, ma poi la passione la travolge e si arrende iniziando a trascurare tutto per amore di Enea.

Enea e Didone arrivano ad amarsi follemente. Il figlio di Venere, a tratti, sarebbe disposto persino a lasciare andare in fumo i grandi destini promessigli, incantato dalla rara bellezza della donna fenicia. Tutto sembra volgere ad un lieto fine sennonché Giove giunge implacabile: il re dell’Olimpo, attraverso Mercurio, richiama Enea al dovere imponendogli una nuova partenza. E così Enea è costretto a riprendere il mare.

A nulla valgono le suppliche di Didone. La figlia di Belo cade nella disperazione più profonda: senza distogliere un solo attimo lo sguardo dalle navi troiane che, salpate, si allontanano da Cartagine, fa innalzare un rogo sul lido, vi sale e si trafigge il cuore con una spada, non senza aver prima lanciato il suo anatema contro il fuggitivo Enea e i suoi discendenti.

Didone perde dunque la sua dimensione mitica ed eroica rivelandosi fragile e dolente. E’ una donna come le altre, una donna sola, che piange se stessa e il suo destino funesto.

Enea invece si rivela menzognero, perfido, crudele, Non ha a cuore la sorte della donna che ha amato. E’ tutto fuorché virtuoso e colmo di pietas.

L’ENEIDE DI DIDONE

Ma come potrebbe risultare Didone nella scrittura di una donna? Singolare il libro “L’Eneide di Didone” di Marilù Oliva, che dona letteralmente una nuova lettura al mito.

Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie.

Didone qui non è la donna che si suicida per l’amore perso di un uomo, ma un personaggio potente che riesce a ritagliarsi una parte importante in un mondo in cui una donna, una parte importante, non può averla e neanche volerla. Vittima del potere degli uomini, del fato, trasportata dai capricci degli dei, si dimostra sempre forte, valorosa, non si lascia mai scoraggiare, nonostante tutto.

E’ questa la vera forza delle donne.

Dragaj Alessia