Un po’ di possibile (altrimenti soffoco) 

    Intervista a Giuseppe Civati 

 

Nella serata del 14 Novembre Giuseppe Civati politico, saggista ed editore italiano ha presentato il suo nuovo libro: “Un po’ di possibile (altrimenti soffoco)”, presso  la sala polifunzionale “Irma Perrotti” del polo bibliotecario comunale “Raffaele Mattioli”di Vasto.  Promotori dell’iniziativa Annamaria Marisi e Andrea Benedetti, a moderare l’incontro, Francesca Druetti.

L’ex deputato è stato tanto gentile da concederci una breve intervista prima dell’inizio della presentazione. 

Da dove è nata la sua passione nonché interesse per la politica?

La nascita della mia passione per la politica risale ai tempi del liceo, agli inizi degli anni novanta, con un gruppo di amici e una lista studentesca, un’occasione per provare a fare qualcosa assieme agli altri, anche gli studi ovviamente hanno fatto la loro parte. 

Occuparsi di politica talvolta può rivelarsi insidioso, quale è stata la situazione più difficile che si è trovato ad affrontare? 

Probabilmente la situazione più difficile che mi sia trovato ad affrontare si è presentata nel periodo in cui facevo parte della maggioranza parlamentare, in un momento particolare della vita del paese e anche del Partito Democratico e dopo una serie di vicissitudini negative sono uscito dal gruppo e dal partito. 

Perché ha deciso di scrivere questo libro e a chi è rivolto? 

Ho scelto di scrivere questo libro perché c’erano una serie di letture che avevo fatto e che andavano tutte nella stessa direzione: ho cercato di raccoglierle e dar loro un senso unendo tematiche che mi premevano molto. È un libro non direttamente politico, ma che proietta un piccolissimo sguardo filosofico sulla politica. Riguardo al pubblico, non c’è una preferenza, anche se forse è rivolto soprattutto a chi è interessato alla politica.

È stato difficile scrivere un libro che tratta di un tema tanto complesso? 

No, affatto. A dire il vero sono tematiche su cui rimugino da diversi anni. C’è da considerare che la dimensione del possibile, la possibilità appunto è una cosa su cui lavoro da molto tempo. 

C’è un passo del suo libro che ama particolarmente o di cui è in particolar modo orgoglioso? 

Sì, anche se a dire il vero non si tratta di un mio passo, bensì del concetto elaborato da Gabriel García Márquez ed espresso quando lui vinse il Premio Nobel, durante il discorso di ringraziamento all’Accademia svedese. Márquez parla di seconda possibilità : un tema molto forte sia nella vita di tutti i giorni che come momento esistenziale: avere una seconda opportunità, un qualcosa che potrebbe dare una svolta alla vita di una persona, specialmente a coloro che magari di opportunità ne hanno poche e partono svantaggiati. 

Ha altri progetti riguardo futuri libri? 

Sì e no, essendo editore ho sempre progetti miei o altrui tra le mani. Ad esempio, c’è un libro a cui io tengo molto, che non ho scritto io, dedicato ai complotti e che si intitolerà “L’ideologia della paura”. 

Nel libro cita più volte quello che è il ruolo di noi giovani e di come in assenza di futuro appariamo “stranieri nel nostro stesso mondo”. C’è qualche consiglio che vorrebbe dare alle nuove generazioni? 

Credo sia il momento che prendiate coraggio e diventiate protagonisti del momento: ci sono innumerevoli urgenze che vi riguardano direttamente in merito alle quali non avete bisogno di ulteriori spiegazioni e che dovete affrontare, a cominciare dalla questione clima. È giustissimo partecipare alle varie proteste come i “Fridays for future”. Il processo di cambiamento che stiamo provando ad attuare è molto lento mentre i cambiamenti climatici sono estremamente veloci e bisogna agire al più presto. 

Altra questione importante è quella della retribuzione, dei diritti sul lavoro in generale, sulla quale è necessario che vi impegnate; o ancora, la tematica sempre più attuale delle libertà personali. 

Per questo dico che sembrate quasi stranieri, perché questo paese non vi accoglie quando “sbarcate” sulle rive del mondo: vi ritrovate in un paese che ha diversi problemi e che sembra porvi resistenza, ostacolarvi. L’unico modo per migliorare queste condizioni è agire, assumervi il compito di riscattare una situazione che le generazioni precedenti non sono riuscite a sistemare. 

 

Laura Del Casale