LA TESTA ALLA GUIDA

L’elaborato di Bianca Zerbo, alunna della classe IV BL, del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate del Secondo Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, ci colpisce per la lucidità con cui analizza i fattori che rendono rischiosa la guida e per l’onestà con cui ravvisa nell’uomo l’unico responsabile di una guida sicura o pericolosa. Mai lasciare la testa altrove dunque ed essere sempre presenti a se stessi!

 

Mi domando sempre cosa possa esserci dopo la scomparsa di una vita e dopo una riflessione io lo immagino così: l’aldilà è come un grande deserto, secco e arido e camminandoci puoi conoscere tutte le persone che ne fanno parte. Immaginerei di parlare con ognuno di esse chiedendo loro perché sono lì: il primo che incontro mi racconta che quel giorno era in ritardo per andare al lavoro e per risparmiare un po’ di minuti ha schiacciato l’acceleratore, ma non è arrivato mai a destinazione e per colpa sua nell’aldilà si trovano anche due bambini che attraversando la strada sono stati coinvolti nell’incidente. Per quei minuti che voleva guadagnare ha buttato il tempo della sua vita. Il secondo che incontro mi racconta che quella sera aveva bevuto un po’ troppo e non è riuscito a frenare in tempo e per colpa di quella bottiglia non potrà più godersi i suoi amici e la sua famiglia. Quella sera con quella bottiglia si è bevuto anche la sua vita. Poi ne incontro due insieme: erano una coppia e, quel giorno, il guidatore si era distratto perché impegnato ad usare il suo cellulare, diventando responsabile della morte della sua compagna che non indossava la cintura. Ma questi sarebbero solo i primi di una lunga serie perché nel mondo ogni giorno sono più di 3000 le vittime per incidenti stradali e per la maggior parte sono giovani che hanno davanti una vita, che sprecano, per provare l’adrenalina legata alla velocità, o perché abusano di sostanze stupefacenti e alcool o perché distratti dai dispositivi elettronici o perché sottovalutano l’importanza di mettere la cintura. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani dai 15 ai 24 anni e la maggior parte di essi sono dovuti a comportamenti scorretti. L’uso di droghe è uno di questi che porta a sopravvalutare le proprie capacità e a sottovalutare situazioni di pericolo, con alterazione della coordinazione motoria, della percezione del tempo e dell’attenzione, tutte cose che riducono la performance di guida. Inoltre, alcune droghe provocano delle allucinazioni, un senso di euforia e di eccitazione, altre producono sonnolenza e riducono la capacità di concentrazione. L’alcool, invece, produce delle alterazioni delle percezioni e dello stato psichico che variano a seconda della sua concentrazione nel sangue dell’individuo. In una situazione di ebbrezza è molto evidente l’alterazione della capacità di attenzione, con livelli di capacità visiva minima e tempi di reazione inadeguati. Le percezioni sonore, come quelle del clacson, vengono avvertite con un ritardo accentuato e comunque in maniera inefficace a determinare anche una minima reazione.

Per guidare ci vuole responsabilità, che molti hanno dimostrato di non avere; responsabilità sia per se stessi, ma anche per gli altri. Responsabilità vuol dire avere la lucidità di capire quando non si è nelle condizioni di guidare al fine di non mettere nessuno in pericolo. Responsabilità vuol dire rinviare una discussione al telefono o non rispondere ad una telefonata quando si è alla guida. Responsabilità significa mettere al primo posto la vita propria e quella degli altri. Nell’aldilà,  tante  vite innocenti si ritrovano lì, per colpa di uno che non era così responsabile come avrebbe dovuto essere. Per fretta, superficialità, disattenzione, mania di protagonismo, imprudenza, per il gusto della velocità e del rischio, ne vale la pena?

È la strada l’assassina? È l’uomo che quando è in strada con in mano un volante è come se avesse in mano un’arma, che non solo mette a rischio la sua di vita, ma anche quella degli altri e basta solo un attimo, basta solo un piccolo errore. Ogni veicolo è un’arma, per questo ci vuole prudenza, ma soprattutto il cervello. È una questione di cervello anche dare il giusto valore alla propria vita e non rovinarla per un attimo di distrazione, di superficialità in strada. Dobbiamo porre fine a questa epidemia di incidenti stradali, anche per dare un senso e un valore a tutti quelli hanno perso la vita sulla strada.

 

Bianca Zerbo IV BL