Il “Giorno della memoria” all’IIS Fermi di Catanzaro

L’umanità nei tempi bui: dalla banalità alla responsabilità.

Era il 27 gennaio 1945 quando il Maresciallo sovietico Ivàn Konev impegnato nella liberazione di Cracovia, entrò per primo nel campo della città polacca di Oświęcim (Auschwitz). L’operazione portò alla luce uno dei più grandi orrori della storia contemporanea. Liberata la città, i sovietici scoprirono il vicino campo di concentramento con i suoi circa 7000 sopravvissuti. Quando venne aperto il cancello, le SS avevano già abbandonato il campo, dopo aver demolito i forni crematori e aver eliminato con un rogo i documenti dei rapporti delle torture e degli esperimenti condotti sui prigionieri. Ed è per questo che l’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2005 ha scelto la data del 27 gennaio per celebrare la Giornata della Memoria.

Fare memoria oggi significa non solo ricordare tutte le vittime della Shoah, ma ridestare le nostre coscienze dal nebuloso stato di “anestesia etica” in cui, sempre più spesso, rimangono invischiate.

È stata questa l’espressione utilizzata dalla Prof.ssa Paola B. Helzel, docente di Filosofia del Diritto presso l’UNICAL, durante l’incontro organizzato dall’IIS Fermi, guidato dal Dirigente Scolastico Dr.ssa Teresa Agosto, per celebrare il “Giorno della Memoria”, descrivendo l’indifferenza dell’umanità davanti agli orrori nazisti nei confronti del popolo ebraico.

Nel corso del seminario, dal titolo “L’Umanità nei tempi bui: dalla banalità alla responsabilità”, la prof.ssa Helzel ha innanzitutto evidenziato come la sfera delle responsabilità della Shoah sia certamente più ampia rispetto a quella definita quasi univocamente da una consolidata storiografia: l’orrore si è consumato per mano dei nazisti, ma è stato possibile solo in quanto la popolazione, per indifferenza, mediocrità, apatia, ha di fatto sospeso la propria capacità di giudizio lasciando che il dramma si consumasse. Il progetto di Hitler non ha incontrato ostacoli da parte della gente comune, nemmeno da coloro che non erano razzisti o antisemiti; in assenza della loro passiva accettazione degli eventi, l’annientamento di un numero impressionante di innocenti non ci sarebbe stato.

A tal proposito, la prof.ssa Helzel ha ritenuto proficuo guidare la riflessione degli studenti su alcuni punti salienti del pensiero di Hanna Arendt che, in qualità di inviata a Gerusalemme durante il processo per crimini di guerra, si confrontò col gerarca nazista Adolf Eichman responsabile del trasporto degli ebrei al campo di concentramento di Auschwitz. La filosofa ebrea, proiettando sul nazista Eichman gli orrori vissuti dal suo popolo anche per sua mano, aspettava di veder comparire la personificazione del “male assoluto”, un essere abietto privo di qualsivoglia barlume di umanità, e invece si trovò davanti un uomo così normale da apparire addirittura banale.

Tale evento turbò profondamente la Arendt e la condusse ad una riflessione critica sulla tematica del “male” che, troppo spesso, cela le sue insidie più profonde non nella malvagità, come credono i più, ma nella normalità di donne e uomini privi di un pensiero critico che faccia loro discernere il bene dal male e di una forza morale che li induca a scegliere il bene rifuggendo il male.

Profonda commozione, ma anche un sentito rammarico hanno acceso l’animo degli studenti che, dopo aver ascoltato con attenzione e vivo interesse quanto affermato dalla relatrice, hanno rappresentato dubbi e problematiche ancora aperte dando vita ad una vivace discussione animata da una triste consapevolezza: oggi più che mai assistiamo ad episodi di indifferenza che coinvolgono sia aspetti quotidiani della vita dei singoli che tematiche di interesse comune.

La prof.ssa Helzel nel corso della discussione ha ribadito agli studenti che il senso e il significato del giorno della memoria non si risolve in una vuota celebrazione, non può costituire un atto dovuto, ma è un modo per coltivare l’umana indignazione, per mantenerla sempre viva e vitale, per alimentare le due facoltà primarie dell’uomo: pensiero critico e coscienza morale, i soli antidoti contro le atrocità che causa l’assenza di umanità che risiede nell’indifferenza.

L’incontro tenutosi nella sala conferenze dell’Istituto, ha visto la partecipazione di una delegazione di studenti mentre i loro colleghi hanno potuto seguire l’evento direttamente dalle loro classi, grazie al lavoro dei ragazzi della WEBTV del Fermi.

Alessandra Tedesco – Docente Storia e Filosofia