Un debole tarassaco


Ti guardo
e i tuoi occhi, rosei,
picchiettano il mio cuore sfatto.
Sono i fori del mio limbo,
colmo di paura e tormento.
Mi incamminavo nell’oscura verità,
quando vidi i tuoi occhi nella loro interità,
dopo una lunga notte,
durante la quale
i tuoi respiri mi sfamarono.
Il mio cuore di piombo adesso predomina.
Desidero liberarmi da queste catene,
ma come una bestia in cattività,
prima o poi, mi abituerò a esse.
Desidero amarti e
desidero respingerti,
desidero, che ciò che possediamo,
sia più di un debole tarassaco,
succube del vento.
Sparirò,
nell’alba di questo cupo giorno,
tenendo stretto tra le mani un dolce
e verdigno gambo.
Carola Angela Vitali IV B Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)