La tormentata notte di Medea chiude la serata.

Amore, passione, presagio di guerra e morte nella recitazione del passo delle Argonautiche.

di Vittoria Marfella, Anna Moscatelli e Lucia Riggio, classe 2B

Il  filo conduttore della “Notte” di quest’anno  era  il tema della guerra, anche in relazione alle notizie di cronaca dell’ultimo anno. Tutte le esibizioni si sono quindi svolte con attinenza a questo tema. Dopo molti spettacoli, letture e monologhi, la serata si è conclusa con la lettura in greco di un passo delle “Argonautiche” di Apollonio Rodio, il poema epico di età ellenistica che racconta il viaggio dell’eroe Giasone e degli Argonauti per recuperare il Vello d’oro in Colchide e la relazione tra Giasone e la principessa Medea.

In particolare gli studenti  hanno letto il passo riguardante la lunga e tormentata notte di Medea, prima di decidere se rimanere fedele alla patria e alla famiglia o se tradire i propri affetti per amore del giovane straniero.

Una studentessa, Halima Ouanane rappresentava Medea, mentre il nostro rappresentante d’istituto  Leonardo Pibiri accompagnava la lettura in greco con la traduzione in italiano.

E’ la notte in cui Medea vive il contrasto lancinante fra il senso del pudore (αἰδώς) e il desiderio amoroso (ἵμερος). Medea dorme profondamente ed è turbata da sogni terribili e rivelatori, ma ormai al rispetto dei genitori e della patria  ella senza esitare antepone l’amore per i giovane straniero.
In chiusura della Notte un’esibizione quindi che, dal tema della guerra si allarga a quello dell’amore e della morte e abbraccia diversi aspetti della formazione classica, dalle lingue antiche, alla letteratura, all’arte espressiva. 

Interpretazione delle ”Argonautiche”