Il folle volo di Icaro

Nella mitologia greca, Icaro era figlio di Dedalo e di Naucrate; i due si conobbero a Creta dove Dedalo era un abile architetto e Naucrate una schiava del re Minosse.

Nell’isola di Creta, Minosse aveva chiesto all’abile architetto di costruire un labirinto per il Minotauro, un essere mostruoso e feroce, con il corpo di un uomo e la testa di un toro, creatura che richiedeva in sacrificio, una volta l’anno, sette ragazzi e sette ragazze provenienti da Atene.

Dedalo, essendo a conoscenza della struttura del labirinto, una volta finita la sua opera, vi fu rinchiuso insieme a suo figlio Icaro.

Il mito propone due motivazioni differenti: avendolo costruito, era a conoscenza di tutti i modi per uscire da esso e dunque, a Dedalo e a suo figlio fu resa impossibile ogni via di fuga da Creta;  Apollodoro, nel II secolo a.C., sostiene invece che Dedalo fosse stato rinchiuso nel labirinto a seguito del trionfo di Teseo. Teseo era riuscito ad uscire dal labirinto grazie all’espediente del gomitolo (espediente che proprio Dedalo aveva suggerito) e all’aiuto di Arianna.

Dedalo per scappare da Creta dispose delle piume di uccello in fila, partendo dalle più piccole alle più grandi. Poi al centro le fissò con fili di lino, alla base con cera, e dopo averle saldate insieme le curvò leggermente, per imitare ali vere. Raccomandò al figlio Icaro di volare a mezz’altezza in modo che l’umidità non appesantisse le ali e che il sole non facesse sciogliere la cera.
Nonostante gli ammonimenti del padre, Icaro si fece prendere dalla frenesia del momento, volò molto più in alto del dovuto e si avvicinò troppo al sole. In poco tempo il calore sciolse la cera, facendo precipitare Icaro in mare, dove morì.

Dedalo invece arrivò in Sicilia e lì costruì un tempio dedicato a Febo Apollo, in memoria del figlio. Il mito prosegue affermando che il corpo di Icaro non poté essere recuperato e dunque fu impossibile per la sua anima accedere nel regno dell’ Ade. Solo Ovidio dice che Dedalo, rintracciato il cadavere del figlio in balìa delle onde, volò giù a prenderlo, per poi dargli la giusta sepoltura.

Volare come Icaro significa sopravvalutare imprudentemente le proprie capacità, non riconoscere i propri limiti e, quindi, compiere una o più azioni al di sopra delle proprie forze, andando incontro a conseguenze dannose o, nel peggiore dei casi, a eventi rovinosi e irreparabili.

Molte volte bisogna accontentarsi di ciò che si è e di ciò che si ha, perché desiderando troppo non sempre si ottiene quello che si vuole.

 

Sara Di Rocco