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“L’ attimo fuggente” l’ emblematico film di Peter Weir

L’attimo fuggente, il film diretto nel 1989 da Peter Weir, è ancora oggi uno dei capolavori della storia del cinema americano e internazionale. 

L’opera, ritenuta tra le più commoventi e significative, si dimostra, da oltre trent’ anni, capace di comunicare con spettatori di qualsiasi età. 

Il protagonista della storia, ambientata nell’autunno del 1959 all’Accademia Welton, è John Keating, nuovo docente di letteratura dell’istituto. Sin da subito innovativo grazie al proprio approccio didattico, il professore non si presenta ai ragazzi come tutti gli altri docenti, decide anzi di andare contro le rigide imposizioni del preside e contro il conformismo e la serietà del collegio. Usa la poesia per far nascere lo spirito creativo degli studenti, incita loro a strappare fogli dai libri di testo e a salire sui banchi per riuscire ad avere una propria visione su quello che li circonda. Tenta, con tecniche stravaganti, di stimolare i ragazzi e far loro capire che non devono rimanere con il capo chino ed obbedire, ma divenire liberi pensatori, capaci di trovare e percorrere la propria strada autonomamente. 

Non a caso, tra le citazioni più emblematiche:

“Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.”

Grazie a Keating insomma, la classe matura due nuove ed essenziali consapevolezze, che saranno poi alla base del film: la fugacità della vita e l’importanza di coltivare le proprie passioni. Sono questi i nuovi insegnamenti che prima di allora nessuno aveva mai osato applicare e che non sempre vengono tramandati nelle scuole in generale.

“Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà“.

Nella classe del professore, sette allievi lo seguono con interesse particolare, capeggiati da Neil Perry. Il seguito del racconto è incentrato proprio sulle conseguenze che questo comporta nelle loro vite; l’elemento più importante da prendere in considerazione, però, è che tutti alla fine acquisiscono un proprio pensiero critico e riescono a mettere in pratica quanto è stato loro detto, ponendosi in contrasto con gli schemi di una società e di un ambiente scolastico a dir poco limitanti. 

Nell’ultima scena sono gli alunni a salire sui banchi di propria spontanea volontà. Si compie quindi il senso e l’invito del film, valido tanto al momento della sua uscita quanto oggi: non avere paura di essere noi stessi e di seguire ciò per cui il nostro cuore batte, combattere per trovare la nostra voce. 

«È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare. Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l’autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. Thoreau dice: “Molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo. Ribellatevi! Non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno!». 

Io credo che Keating sia l’esempio di insegnante che ciascuno di noi vorrebbe avere.

 Questo film mi ha davvero fatto aprire gli occhi su concetti ai quali spesso non riesco a dare grande importanza. 

La verità è che ogni giorno abbiamo davanti ai nostri occhi la possibilità di prendere in mano il nostro futuro attraverso decisioni e comportamenti, ma ce ne dimentichiamo e facciamo della nostra vita, senza volerlo, una copia perfetta della vita di tutti gli altri. Dovremmo allora andare alla ricerca della nostra identità e difenderla a gran voce, con la pretesa, per noi stessi, di non sprecare neanche uno tra tutti i momenti e le occasioni che abbiamo a disposizione.

Questa d’altronde è una frase che si ripete spesso ma non sempre si ascolta davvero: se si fa quello che si sente non si potranno mai avere rimpianti. 

Sono certa che questo film è stato per me un invito alla riflessione, importante per acquisire consapevolezza e fiducia nei miei sogni e progetti futuri, fonte di ispirazione da cui trovare il pretesto per avere più coraggio nell’ascoltare le mie passioni e la parte più vera e creativa di me stessa. 

Consiglio a tutti i miei coetanei e non di guardarlo, perché, seppur difficile da credere, a volte il cinema, o meglio film di questo genere, possono darci molto più di quello che ci viene insegnato nella realtà quotidiana. Anche per i docenti potrebbe essere uno stimolo importante, il loro obiettivo dovrebbe infatti essere quello di avvicinarsi quanto più possibile alla figura del professor Keating, ed essere quindi maestri di vita oltre che della materia che li interessa. 

Spero che chiunque stia leggendo si prenda ora anche soltanto qualche minuto per allontanarsi dalla frenesia del lavoro, degli impegni e della vita, per fermarsi a riflettere sui punti toccati e iniziare a vedere tutto quello che ci circonda con occhi diversi, proprio come ho fatto io.
Cogliete l’attimo.

Ilaria Sputore