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Sanità in Italia. Il diritto alla salute diventa sempre più lontano

 

“la sanità italiana non è forse mai stata così malata. I dati lo confermano: tra ospedale e territorio, mancano più di 20mila medici, 4.500 nei pronto soccorso, 10 mila nei reparti ospedalieri, 6 mila medici di medicina generale” .

La situazione della sanità pubblica è oltremodo carente e, se non agiamo subito, dobbiamo aspettarci che essa peggiori ulteriormente. La limitata disponibilità di risorse destinate all’assistenza sanitaria richiede una risposta da parte dei sistemi attraverso l’implementazione di politiche di controllo della spesa e la definizione di priorità negli interventi. Ma la mancanza di queste stesse risorse può portare a gravissime conseguenze, prima tra tutte l’inaccessibilità delle cure ai gruppi di pazienti economicamente o socialmente più svantaggiati.

Per quanto riguarda la problematica dei tempi di attesa, ben 3 cittadini su 4  affermano che, quando si rivolgono a privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, si sentono rispondere che il tempo di attesa è di almeno un mese ma che in regime privato, in quella stessa struttura, le visite o gli esami possono essere effettuati nel corso di qualche giorno. Senza avere scelta, nell’ultimo anno il 65% dei pazienti ha preferito pagare privatamente visite specialistiche o esami diagnostici pur di abbreviare i tempi delle attese, in alcuni casi davvero esagerati.

Un altro punto importante è quello del divario, tra le regioni, del numero di posti letto ospedalieri. Nel nord e nel centro viene effettuato un maggior numero di ricoveri per i non residenti, mentre nelle isole e nel sud avviene l’esatto opposto. È un dato allarmante perché la salute è un diritto costituzionale inviolabile definito dall’articolo 32 della carta costituzionale, di interesse non solo dell’individuo ma anche della collettività.

“La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”

La domanda di noi cittadini è dunque proiettata alla rivalorizzazione della sanità pubblica e si esige che diventi una priorità da affrontare. Non possiamo lasciare che delle persone soffrano ogni giorno, ma prendere in mano la situazione e non disonorare ulteriormente la dignità umana.

Federica Albanese