Lo sviluppo urbano nell’antica Roma

Nel I secolo a.C., l’ Impero romano aveva una fitta rete urbana costituita da quasi un migliaio di città. Ogni centro urbano partiva da un minimo di 10.000 abitanti (record assai notevole per l’epoca) fino a competere con le grandi città come Roma o Alessandria che superavano i 100.000.

La nascita di nuove città fu favorita dai vari Imperatori con lo scopo di imporre il controllo di Roma su più province possibili. Basti pensare che solo Augusto creò circa 40 centri urbani, senza contare i progressi dei suoi successori. Non tutte le città però ebbero le stesse tempistiche di evoluzione.

Inizialmente infatti, l’espansionismo romano era concentrato principalmente nella penisola italiana. Solo in seguito vi furono processi di urbanizzazione anche in Britannia e in Germania, dove piccoli borghi crebbero fino a trasformarsi in grandi poli di commercio. Le città si sviluppavano attorno al Foro, da dove partivano le due strade principali: il Cardo, che si estendeva sul suolo cittadino da Nord a Sud ed il Decumano, strutturato in modo analogo da Est a Ovest. In base alla grandezza vi era la possibilità di trovare anche due Cardi e due Decumani. Da queste due vie spuntavano altre strade minori che a volte presentavano un particolare stile detto “a tronchi”. Questo consisteva in uno strato di sabbia o pietra coperto da tronchi perpendicolari al senso di marcia. In questo modo, la piantina delle città risultava simile ad una scacchiera. Contrariamente a quello che si può credere, le strade erano suddivise in base alla loro funzione.

E’ infatti possibile conoscerne 3 tipologie: Viae militares, strade (interne o esterne ai centri) che venivano usate dai soldati per spostarsi velocemente tra le province; Viae agrariae, strade di campagna o di città di libero accesso a chiunque, utilizzate da contadini o mercanti; Viae vicinales, strade private che diventavano di pubblico accesso solo alla morte del costruttore o in caso egli avesse deciso di donarle alla città.

Queste strade erano di solito di medie dimensioni, sufficienti a permettere il transito di carri o carovane. Si estendevano lungo tutta l’Italia fino ad arrivare alla Spagna ed alla Gallia.

Foro

Le strade cittadine, erano invece più strette, soprattutto a causa dei mercati, e circondavano le abitazioni formando quelli che noi chiamiamo isolati. A parte le ricche Domus, la maggior parte delle abitazioni erano precarie, piccole e prive di luce. Proprio per questo motivo, la vita quotidiana era interamente incentrata nel Foro. Già presente nelle Poleis col nome di Agorà, il Foro era il cuore ludico e commerciale della città, ma era impiegato anche nell’ambito delle speculazioni politiche. A trarre vantaggio dalla confusione della folla erano i ladri. Infatti, oltre alle persone, le strade erano occupate dalla merce esposta da mercanti ed artigiani con l’aggiunta di qualche venditore ambulante che tentava di vendere prodotti di campagna. Una particolarità era la presenza dei thermopolium, ovvero gli streetfood dell’epoca. Dal Foro ci ricolleghiamo alla Basilica, che non era un luogo di culto, ma una struttura larga e coperta dove si trattavano gli affari, ma soprattutto, si amministrava la giustizia. Per tale mansione vi era la tribuna, dove i magistrati esercitavano le varie funzioni giuridiche e solo qualche negozio o ufficio riservato agli avvocati al piano di sopra. La struttura doveva perciò essere abbastanza grande per garantire l’efficienza di tutte le funzioni che si svolgevano al suo interno. Il termine di Basilica viene dal greco e significa “Casa Reale”. Sebbene in antichità era utilizzato per indicare un luogo di commercio, con il tempo alcuni luoghi sacri cominciarono ad usare lo schema architettonico basilicale ereditando così anche il nome.

Curia Iulia

La Curia invece, era un edificio riservato alle sedute tra senatori, che discutevano di leggi e di affari per la Republica (molto simile al nostro Parlamento). La prima Curia venne fatta costruire da Tullio Ostilio, ma fu distrutta da un incendio nel 52 a.C. . Entrambi questi edifici erano sempre costruiti attorno al Foro. Oggi è ancora possibile osservare l’antica Curia Iulia a Roma. Tutti quanti conosciamo il famosissimo Colosseo, antico anfiteatro di Roma conosciuto in tutto il mondo. L’anfiteatro era una struttura ovale finalizzata a divertire il pubblico con varie lotte tra gladiatori o contro animali. Il centro del teatro prende il nome di “Arena” che in latino significa sabbia, proprio per la sabbia bianca del deserto del Sahara che veniva distribuita sulla superficie per assorbire meglio il sangue. A circondare l’area centrale vi erano delle gradinate divise in settori per i vari ceti sociali ed una tribuna  per le autorità. Queste strutture erano formate da ciottoli e malta di calce e si innalzavano fino a 50 metri. In tutto ne esistono più di 230 attualmente rinvenute.

Passiamo alle Terme che erano grandi strutture dedicate alla cura del corpo e all’igiene, fondamentali nelle città più popolate come Roma. Oltre ad essere la prova di una splendida arte architettonica, erano i luoghi più adatti alla socializzazione. Edifici di questo genere erano costruiti vicino agli acquedotti più capienti in modo da assicurare sempre la presenza d’acqua. Dopo essere passati per lo spogliatoio, la prima tappa era un veloce bagno in piscina per poi visitare saune, palestre e sale massaggi, oppure la biblioteca. Innanzitutto bisogna evidenziare che le terme godevano di 3 tipi di bagno turco: uno molto caldo, uno caldo ed uno meno caldo. Per mantenere una temperatura costante, venivano utilizzati dei grandi forni che necessitavano di varie tonnellate di legname al giorno. Il bracere emanava del fumo che stazionava sui tetti e che poi veniva convogliato nelle camere, riscaldando pavimento e mura. La quantità di legname bruciato era talmente tanta da mantenere una temperatura alta per alcune ore dopo lo spegnimento del braciere.

Matteo Funicello 

Vincenzo Di Risio