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“Verità e falsità nella comunicazione attuale” – la piaga delle fake news

Nella mattinata di lunedì 15 gennaio si è tenuta nell’auditorium del Polo liceale R. Mattioli
una lectio magistralis sulle “verità e falsità nella comunicazione attuale”. La conferenza è
stata tenuta da Giovanni Maddalena, professore di Filosofia teoretica presso l’Università del
Molise, nonché esperto di pragmatismo.

 Il professor Maddalena ha iniziato il suo intervento tessendo le fila della storia evolutiva dei
mezzi di comunicazione, partendo dalle pitture rupestri sino a giungere, con la rivoluzione
digitale, ad internet ed ai social media dei giorni odierni. Il docente si è dunque soffermato
sul ruolo cruciale che questi hanno ricoperto per il verificarsi di diversi eventi storici: non si
potrebbe pensare alla rivoluzione francese senza la stampa né tantomeno ai regimi
totalitaristi del ‘900 senza i mezzi di comunicazione di massa.
Ad accomunare l’intera categoria dei mezzi di comunicazione è l’onnipresenza delle
cosiddette “fake news”. Ma cosa sono di preciso? Maddalena ha suddiviso questo fenomeno
in tre principali categorie, distinte fra loro in base al grado di falsità: i fattoidi, gli
pseudo-eventi e le bugie bianche.

I fattoidi sono quei fatti interamente inventati e sono i più facili da riconoscere. Gli
pseudo-eventi invece coinvolgono l’esposizione di qualcosa di vero ma con l’intento di
comunicare qualcos’altro; sono quindi quelle informazioni volutamente ambigue per quanto
concerne contenuto e/o classificazione. Le bugie bianche infine sono quei fatti sì veri, ma
manipolati nella forma con l’intento di seguire una determinata narrazione, spesso di matrice
politica. Questi ultimi due sono i più pericolosi in quanto non sono intrinsecamente falsi, per
questo è più insidioso verificarli.
Sebbene le fake news siano sempre esistite, il professor Maddalena ha evidenziato che la
loro influenza attuale è amplificata dalla quantità di informazioni a cui siamo esposti e dalla
loro rapida diffusione. Queste informazioni false giocano un ruolo chiave nella polarizzazione
della società, portando a considerare impensabile che qualcuno possa avere un’opinione
diversa dalla propria.
Dopo aver esaminato la natura e gli effetti delle fake news, il professor Maddalena ha
sollevato l’ovvio quesito che ne consegue: cosa possiamo fare per contrastarle? A questo
scopo sono state avanzate diverse proposte nel tempo, le quali però hanno dimostrato limiti
significativi.
L’idea di permettere agli utenti di segnalare le notizie false, implementata da Facebook, si è
rivelata inefficace a causa della già nota difficoltà nel determinarne la veridicità. Un tentativo
più strutturato è stato fatto in Europa attraverso la formazione di una commissione di esperti
incaricata di verificare l’autenticità delle informazioni. Tuttavia, questa iniziativa ha incontrato
ostacoli non indifferenti, principalmente dovuti all’esiguità dei suoi membri rispetto alla
vastità delle informazioni.
Diversi invece hanno proposto di combattere le fake news mettendo qualsiasi informazione
in dubbio, comportamento che però è stato giudicato fallace in quanto metterebbe a rischio il
progresso; i cosiddetti “paper doubts” sono stati criticati poiché mancanti di alcuna
dimostrazione possibile, rischiando potenzialmente di creare una comunità di individui isolati
e irremovibili dalle proprie convinzioni.
Infine, la proposta di credere solo agli esperti è stata sfatata, considerando la pluralità di
opinioni tra gli stessi esperti e la mancanza di informazioni indiscutibili. La scolastica, che in
passato suggeriva di fidarsi di chi conoscevamo di persona, non è più applicabile in un’era in
cui le relazioni personali sono state sostituite da un vasto contatto con esperti online.
L’incontro si è dunque concluso con un dibattito collettivo sul problema, in cui gli studenti
hanno esposto le proprie opinioni sul tema e ne hanno discusso con l’esperto. La questione
è rimasta aperta: come è possibile gestire efficacemente le conseguenze della
democratizzazione della conoscenza, la quale ci pone di fronte ad un abbondanza di
informazioni senza una fonte inequivocabile?


Anelisse Stancila