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“La vita delle cose” incontro con Bianca Campli presidente UNESCO Vasto

Nell’appuntamento del 16 gennaio del Festival della Scienza Ad/ventura, la professoressa Bianca Campli, presidente del Club per l’Unesco Vasto, ha illustrato alcuni elementi fondamentali della nostra vita quotidiana.

Foto Carlo Silvestri

L’incontro, svoltosi nell’Auditorium Mattioli e indirizzato alle classi quarte, ha avuto come tema centrale la “Vita delle Cose”, titolo ispirato dall’omonimo libro dello scrittore Renzo Bodei. L’evento, si è aperto con una spiegazione sui due termini che ancora oggi sono considerati sinonimi ma che possiedono invece significati completamenti diversi. 

“La cosa è un elemento di elevata complessità, come la Res- pubblica, mentre gli oggetti sono mezzi senza i quali noi non riusciamo a vivere, che segnano la nostra vita”. La Campli ha poi illustrato alcune foto di oggetti, oggetti di vita quotidiana, che sono stati recuperati dai terribili naufragi di migranti nel Mediterraneo. Fotografie di famiglie, macchinine, oggetti comuni e, addirittura, crocifissi, unici simboli di speranza per coloro che scappavano da nazioni in guerra. La trasformazione degli oggetti in cose è stato reso possibile solo grazie all’arte. Alla biennale di Venezia del 2005, infatti, l’artista giapponese Mikayo ha raffigurato alcuni elementi della vita quotidiana della madre: gioielli, spazzole per capelli, rossetti consumati. 

Oggigiorno, la tecnica del riciclo sta ricoprendo un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana. Gli oggetti ormai consumati, vengono trasformati e riutilizzati per la produzione di altri prodotti. L’artista ghanese, El Anatsui, ha riciclato alcuni tessuti per produrre un’opera d’arte, oggi molto apprezzata e conservata all’October Gallery di Londra.

Foto di Carlo Silvestri

Gli oggetti, infatti, sono stati utilizzati dagli artisti dadaisti per realizzare delle vere e proprie opere d’arte. Uno dei più celebri esempi è Guernica di Picasso, quadro dove possiamo scovare il “dorso delle cose”, cioè la raffigurazione simbolica degli oggetti.

Anche con la natura morta, tipica della pittura di Caravaggio, l’oggetto diventa soggetto, protagonista del dipinto. La natura morta, infatti, allude alla celebre frase “memento mori”, ricordati che devi morire. 

Un ultimo esempio di impiego di oggetti nell’arte, si verifica con la Pop Art. La Coca Cola, celebre bevanda americana, è stata impiegata da molti artisti sia come elemento di pubblicità, ma anche come elemento di rilevanza storica e artistica.

La presidente Bianca Campli ha terminato il suo intervento con un importante consiglio: “salvare gli oggetti significa comprendere noi stessi. Bisogna capirne la loro natura, la loro utilità”. La tazza giapponese, anche se subisce delle crepe, non viene buttata. I cocci di ceramica, infatti, vengono incollati con dei pezzi d’oro, simbolo di eticità. “Le ferite non sono punti fragili da nascondere, ma elementi simbolici da valorizzare.”

 

Gian Maria Ausanio