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“Il cielo in una stanza”. Al Mattioli lezione-spettacolo nel planetario

Foto di Ilaria Sputore

Una mattina sotto le stelle quella del 17 gennaio, grazie alla lezione-spettacolo nel planetario del progetto “Il cielo in una stanza”, a cura dei ragazzi del Gruppo Astrofili Frentani. Sotto una cupola di stoffa interamente realizzata da loro, hanno illustrato agli studenti le varie fasi della notte e come appaiono le stelle in relazione ad esse.
Le pareti della cupola diventano così le tele su cui proiettare le stelle, centinaia di puntini luminosi provenienti da una sfera di metallo bucata in vari punti da cui passa la luce di una lampadina. L’effetto finale è una riproduzione del firmamento che mantiene le distanze e le posizioni reali delle stelle, seppur in scala.
Nel planetario si alternano persino il giorno e la notte, grazie a un faretto regolabile in modo da creare l’effetto di alba e tramonto. L’osservazione inizia proprio dal tramonto, quando si iniziano a notare le stelle con valore di magnitudine apparente più basso, poiché si tratta di una scala inversa. Tra queste, la costellazione dell’orsa maggiore, che fa capo a una stella particolare, la stella polare.

Il particolare movimento della terra fa sì che la stella a differenza delle altre non vari la sua posizione nel corso della notte. Col proseguire delle ore sorgono nuove costellazioni, come il gruppo delle Pleiadi, Orione e il toro. Le stelle, pur muovendosi molto veloci, ci appaiono in posizioni costanti in determinati momenti, a causa delle enormi distanze che ci separano.
Anche i greci tentarono di catalogare le stelle, ma ci riuscirono in modo limitato poiché siamo in grado di osservare solo poco più del 50% delle stelle. L’altra parte si nasconde oltre l’equatore, nell’emisfero boreale, in cui sorgono nuove stelle diverse da quelle a noi comunemente note.
Torniamo poi nel mediterraneo e il viaggio si appresta a concludersi con una nuova alba: un nuovo giorno è sorto.

 Chiara Pica