UN INCUBO

Per un attimo Marta Innao, della IV AL del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, del Secondo Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, ci fa immaginare il brivido che precede uno schianto in strada, i pensieri fulminei che attraversano la mente prima dell’irreparabile. Ma l’irreparabile si può evitare.

Con questo racconto Marta si è aggiudicata il quarto posto del concorso “Salviamoci la vita”.

Mio fratello aveva da poco preso la patente. Gli sedevo accanto e lui stava conducendo la macchina senza problemi, anche se neopatentato e il buio della sera fosse già calato. Stavamo imboccando l’autostrada, quando ad un tratto iniziò a piovere. Osservavo dal finestrino la città che si allontanava, le luci e le forme venivano deformate dalla pioggerellina e le piccole gocce d’acqua sul vetro sembravano tanti minuscoli oblò. Procedendo sull’asfalto attraversammo una galleria, la prima di tante, e le luci mi diedero fastidio. Chiusi gli occhi finché non uscimmo dal traforo. Vidi che la pioggia si fece più intensa. Abbassai il volume della radio, per sentire meglio lo scroscio dell’acqua che ci intratteneva nel tragitto. Serrai lentamente le palpebre, godendomi il concerto che il cielo ci stava offrendo. Mio fratello non apriva bocca, se non per assicurarsi che io fossi sveglia, nonostante i miei occhi chiusi. Mi sentivo al sicuro. Ad un tratto mio fratello si spostò nella corsia sinistra, per superare un motociclista che si trovava davanti a noi. Riesce a reinserirsi nella corsia di destra, ma appena superata la moto, un’auto ci sorpassa da destra. Non c’era più nulla da fare. Il veicolo ci fiancheggia lateralmente, mio fratello perde il controllo dell’auto. Ci scambiammo un ultimo tremendo sguardo, nell’attimo prima di schiantarci frontalmente contro il guardrail. Dalla sua testa sgorgava sangue senza fine, che nell’impatto aveva raggiunto il mio viso, imperlandolo di rubino. Strabuzzai gli occhi. Mio fratello era di nuovo accanto a me e guidava sereno. Tutto il mio corpo era madido di sudore e non di sangue. Rimasi in estasi per qualche secondo. Il mio era stato un sogno o, per meglio dire, un incubo. Mio fratello aveva gettato la spugna nel cercare di mantenermi sveglia e mi aveva lasciato nelle braccia di Morfeo. Poi, sentendo freddo, aveva attivato il sistema di riscaldamento. Tutto ciò che mi era accaduto intorno aveva contribuito a creare uno scenario onirico per il mio incubo. Anche se ormai avevo compreso che la catastrofe non fosse successa veramente, non riuscivo a smettere di pensarci. E se fosse accaduto realmente? Un essere umano, al contrario di un’auto, non può essere sostituito dopo un incidente. Chi viola le regole, noncurante delle ricadute che può avere sugli altri, sembra ignorare il valore della vita. Le stragi del sabato sera, causate da alcool, stupefacenti e stanchezza, dovrebbero ricordarci di non abbassare mai la guardia,  che ci sono pericoli che non possono essere evitati e che la percezione delle nostre capacità alla guida non  sempre è affidabile. Le vittime della strada non sono solamente pedoni, ciclisti, passeggeri ed autisti, ma sono anche i loro familiari ed i loro affetti. Troppe madri, troppi padri, troppi figli, troppi fratelli e troppe sorelle hanno pianto i martiri dell’asfalto. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani in Italia. Nel 2022, secondo i dati Istat, ammontano a oltre tremila i morti ed a oltre duecentomila i feriti e, ogni giorno, avvengono in media 454 incidenti. Quasi la totalità degli incidenti stradali deriva dall’infrazione del codice della strada. Le tre cause principali rimangono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la velocità elevata e la guida distratta. Le norme devono guidarci, non solo in strada. Il rispetto delle regole è alla base della convivenza civile. Il codice della strada esiste per garantire una mobilità senza pericoli, prevenendo e riducendo i rischi e le conseguenze degli incidenti. Bisogna garantire a tutti la sicurezza in strada, senza avere il timore di non fare più ritorno a casa. Ogni deceduto a causa della strada è una sconfitta per la nostra società. Le regole vanno interiorizzate, perché sono indispensabili per proteggere la nostra vita, la vita dei nostri cari e l’incolumità altrui. Le norme non devono essere considerate una forma di oppressione della libertà individuale, perché mirano alla tutela di chiunque. Quella che avviene quotidianamente sulle strade è una strage ininterrotta e globale che riguarda tutti. Bisogna ricordare le vittime, conoscere le regole e cambiare in meglio, affinché non un singolo umano debba più piangere sulle spoglie di un altro umano a causa del fato o per causa umana.

Marta Innao 4 AL