Ciascuno è artefice del proprio destino

Ciascuno è artefice del proprio destino, a patto di non ledere quello di un altro. Questa l’idea sviluppata da Angelo Zuppello, della classe IV AL, Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, del II Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta. Secondo posto al concorso “Salviamoci la vita”.

“Ciascuno è artefice del proprio destino”. Voglio parlare di questa frase, una frase che è foriera di un fondo di verità, ma anche di vero e proprio menefreghismo.
Di fatto ognuno è libero di salire sopra un mezzo a motore, sia esso una macchina o un mezzo a due ruote (dal ciclomotore al motociclo) e di sostenere l’andatura preferita.
Può decidere se andare piano e rispettare le norme stradali, oppure di correre come un matto ed un forsennato in mezzo alla strada, in zone pedonali ed altamente affollate; ma tanto, essendo artefice del proprio destino, non deve assolutamente curarsi di ciò che potrebbe succedere, se accidentalmente, sulle strisce pedonali che ritrova in mezzo alla strada di fronte a sé, passi una signora anziana oppure un bambino che sia sfuggito dalle mani della madre, o semplicemente una persona che stia attraversando la strada per ritornare a casa propria.
Non deve neanche pensare che quelle persone siano persone in carne e ossa, vive come lui, quindi, qual è il problema? Ognuno è artefice del proprio destino, perciò non deve preoccuparsi, sono loro che hanno scelto di gettarsi in mezzo alla strada, non è vero? Purtroppo, come sappiamo, nulla è più falso di tutto ciò. Quando ognuno di noi (noi tutti, non si salva nessuno) sale sopra uno di quei meravigliosi mezzi, che sono tanto utili, ma anche letali bestie di lamiera e plastica, pesanti svariate tonnellate ed alquanto veloci ed inarrestabili, non diventa altro che un potenziale killer con il proprio modo di andare sulla strada, un luogo pubblico, che tutti utilizziamo e attraversiamo obbligatoriamente per andare a scuola, al lavoro o semplicemente per fare una passeggiata.

Quindi, perché dobbiamo mettere in pericolo delle persone innocenti, che, percorrendo un tratto di strada, sono per i fatti propri e non nuocciono ad alcuno?
Perché correre inutilmente come pazzi? Per soddisfare un bisogno di onnipotenza o per sentire una scarica di adrenalina, senza rendersi conto che si diventa una vera e propria minaccia pubblica? Esistono circuiti appositi per correre senza mettere a rischio vite altrui.
Ovviamente nel fare tutto questo, si mette a rischio anche la propria vita, quindi si diventa piloti kamikaze, pronti a portare via, anche se involontariamente, con sé nella fossa persone innocenti.
Sono state innumerevoli le volte in cui si è sentito parlare di auto o camion che per via dell’alta velocità sono sfuggiti al controllo di piloti inesperti, che hanno finito con il fare voli di decine di metri dopo aver sfondato il guardrail, salvandosi per miracolo o morendo sul colpo.
Oppure ricordiamo tutte le volte che, dopo aver fatto un incidente abbastanza “leggero” su una moto o un ciclomotore, un giovane ha perso la vita perché non indossava il casco.
Perché andare ad autosabotarsi? Cosa costa capire che non si deve fare lo scemo e l’irresponsabile su strada? Purtroppo ciò si capirà una volta, una sola volta, quando si passerà dall’essere in posizione eretta e verticale sul proprio comodo sellino, alla posizione orizzontale nella bara di un cimitero.
Tutto questo perché si pensa che ognuno è artefice del proprio destino, no?
Sfortunatamente c’è ancora chi si ostina a credere questo e capirà troppo tardi che non è così semplice: quando a causa di in incidente oltrepasserà la soglia della vita, per arrivare alla morte. Questo per via del totale menefreghismo di certi utenti della strada, che egoisticamente mettono a rischio la vita propria e quella degli altri utilizzatori di quel bene comune che è la strada.
Cosa fare per combattere questo?
Come proposto dal progetto stesso “Salviamoci la vita”, l’unico metodo è, a parer mio, effettuare una campagna di sensibilizzazione sull’argomento, poiché l’essere umano ha la testa dura, a cui è difficile, se non impossibile far cambiare idea.

Seppur possa risultare brutale, l’unico metodo sarebbe far visualizzare video e ricostruzioni (ovviamente con attori) di ciò che potrebbe succedere in un eventuale incidente stradale, poiché molto spesso, per riflettere, si deve subire o vedere con i propri occhi cosa potrebbe succedere in seguito a comportamenti menefreghisti.

Si dovrebbe far riflettere le persone, scioccandole il più possibile!
Bisogna renderle coscienti che le azioni hanno conseguenze, sia su di sé che verso agli altri, che non si trovano all’interno di un video-game ma nella vita reale e che a certe azioni corrispondono conseguenze gravissime, come la morte di persone, che con te non dovevano avere nulla a che fare.
Quindi, cosa costa a voi pirati, essere persone responsabili? Non è qualcosa di così difficile! Bisogna ricordare che non siete i soli ad avere una vita ed una famiglia che vi attende a casa.

Non basterebbe allora essere consci di questo, per guidare come persone sane di mente e salvare da un dolore così grande, che è la perdita di un parente, una famiglia diversa dalla tua? 

ANGELO ZUPPELLO IV AL