Scivolo in un Immenso precipizio,
mi abbandono all’ostica decaduta.
Fischia il mio corpo; una lacrima
solca i mari del mio fallimento.
Varco le porte del vasto castigo,
e arti mi sfioran il tradito corpo;
no, esili astri non distoglieranno lo
sguardo mio da te, o mia Pleiade.
Ricordami! mia Selene, vivrò
al tuo chiaro, assimilandomi alle
oscure scogliere su cui splendi.
Annegami! o abisso, che l’erebo
solitario non offuschi il fioco
riverbero tuo a me essenziale.
Mario Varacalli, 3A Classico, Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)