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Le tracce della Seconda Guerra Mondiale sul nostro territorio 

Presso il Polo Liceale Mattioli è stata allestita una mostra curata dall’ANPI e dall’ANED dal titolo: “Sterminio in Europa”, mostra visibile in orario scolastico dal 31 Gennaio al 10 Febbraio.
 
I pannelli partono dagli anni del potere di Mussolini con la marcia su Roma e riassumono il percorso dell’Italia e dell’Europa nella Seconda Guerra Mondiale, senza dimenticare i dettagli rilevanti e le atrocità compiute. 
 
Gli avvenimenti si succedono fino ad arrivare ad Hitler che, in seguito alla sua ascesa legittima al potere, riuscì ad ampliare i suoi piani e metterli in pratica: sterminare gli ebrei, razza inferiore rispetto a quella ariana. 
 
Dagli Anni Trenta in poi, i campi di concentramento iniziarono ad aumentare a dismisura, tanto da perderne il conto; tra i più grandi vi erano Auschwitz, Birkenau, Mauthausen che tutt’oggi rimangono a testimonianza della nostra storia e dei nostri errori.
 
Quella guerra che distrusse l’intera Europa giunse persino in Abruzzo e anche nella nostra città, Vasto.
Il Museo della battaglia di Ortona, sito nell’ex-convento di Sant’Anna, ha esposto, attraverso testimoni in vita e materiale bellico raccolto, le sorti della battaglia locale.
Non dimentichiamo la Linea Gustav (1943),  linea di difesa costruita dai Tedeschi per arrestare l’avanzata degli Alleati che, durante la seconda guerra mondiale, erano diretti a Roma per liberare l’Italia, dopo l’Armistizio firmato a Brindisi tra l’Italia e le forze della coalizione.
La linea Gustav divideva in due la penisola italiana: a nord le truppe tedesche (nel territorio formalmente in mano alla Repubblica di Salò), a sud gli Alleati.  Si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona. La sua funzione, che sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche, era quello di ritardare l’avanzata degli Alleati e di tenerli impegnati affinché non potessero rinforzare la pressione sui fronti orientale e settentrionale.
 
La nostra regione è stata inoltre segnata dai campi di internamento disseminati sul territorio.
Chieti, Casoli, Francavilla, Fossacesia sono tutte città coinvolte e tra queste vi è anche il nostro piccolo centro. 
A Vasto vi era il campo di Istonio Marina per gli italiani pericolosi.
Già attivo dal 1940 ha ospitato quasi 200 internati, rinchiusi in spazi troppo piccoli con scarsi servizi igienici e vitto, costretti a al lavoro forzato fino alla fine della guerra.
Oggi il campo di Istonio Marina lo conosciamo come Villa  Marchesani, una delle tante ville che abbelliscono la marina di Vasto, e non è più luogo di soppressione della libertà, ma è circondato dalla natura, anche se rimane il simbolo di una triste storia.
 
Questi luoghi continuano a rammentarci che, se il passato ospita immagini di bambini senza più un’infanzia, di uomini e donne cancellati nelle camere a gas, di esperimenti scientifici orripilanti, il presente deve necessariamente essere diverso. Solo ricordando potremo non ricadere negli stessi errori del passato.
 
Giulia Tiranno
Alessandra Masciantonio