Celebre è il romanzo “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello; è questa, infatti, un’opera che rispecchia a pieno la personalità innovativa del poeta.
Luigi Pirandello è uno dei personaggi più emblematici nella nostra storia per quanto riguarda la sua ideologia decisamente introspettiva e psicologica, che riesce a conferire ai suoi progetti.In particolare, in Uno, nessuno e centomila, una delle sue ultimissime opere, notiamo i conflitti interiori che il protagonista, Vitangelo Moscarda, affronta ogni giorno, andando contro tutti e rimanendo, quindi, solo in tutto e per tutto.
Il protagonista, infatti, inizia ad interfacciarsi con la verità quando la moglie gli fa notare alcuni suoi difetti fisici che lui non aveva mai riscontrato. Da questo momento vediamo un vero e proprio viaggio mentale di Vitangelo che, infine, comprende come ognuno di noi è visto dagli altri in centomila versioni diverse, ognuna differente, specialmente, dalla nostra visione di noi stessi.
Il suo obiettivo, quindi, diventa quello di provare a tornare ad essere uno per tutti e per se stesso. Prova
in tutti i modi a giungere a questa conclusione ma con l’unico risultato di essere scambiato per pazzo. Combatte, infatti, col nomignolo che tutti gli affibbiano, “usuraio”, in cui egli proprio non si rispecchia.Alla fine del romanzo, anche rischiando la sua stessa vita, Vitangelo comprende come tornare ad essere uno per tutti, ossia nessuno. Egli, infatti, capisce che solo togliendo un nome ed un’ entità alla propria persona, diventando, per gli altri, nessuno, può tornare ad essere se stesso. A fine libro, vediamo il protagonista immerso nella natura, lontano da quella città che imperterrita affibbia ad ogni cosa un proprio nome, un modo di essere, un pregiudizio, un modo di fare.
Si tratta di un romanzo indubbiamente psicologico, che mostra la profonda personalità dello scrittore, che vive una sorta di “uno contro tutti”, alla ricerca della verità, provando ad uscire da quella solitudine intrinseca al genere umano.
Lisa Croce