Diario di un priginiero – L’Ora d’Aria

Nella cella l’aria viziata soffoca: è un fumo denso di negatività che non annebbia solo la mente dell’autore, ma la società stessa.

Allora, cullato dalla dolcezza degli accordi, Caparezza decide, anche se per pochi minuti, di tornare a respirare e a sgomberare i pensieri.

Durantei il capitolo L’Ora D’Aria – Frivolo o Impegnato il cantautore si lascia travolgere dalla serenità dei bambini, incapaci di essere infelici, dimenticandosi del male che lo circonda.

“Con le mani sporche fai le macchie nere, vola sulle scope come fan le streghe

Soffia nelle bolle con le guance piene e disegna smorfie sulle facce serie

Devi fare ciò che ti fa stare”

Ti Fa Stare Bene è la suprema esaltazione della semplicità, della voglia di abbandonarsi alla pura gioia incontaminata dell’infanzia, allo stupore, alla curiosità, all’autentica bellezza del vivere senza pensarci troppo. 

 Non è un manuale di incantesimi per guarire magicamente, ma il modo per affrontare i propri demoni e sorprenderli, perché “il vero antidoto alla tristezza non è mai la consolazione, ma il gioco e l’inaspettato”

È l’occasione per indagare a fondo la realtà che ci circonda per ricercare la nostra verità personale – senza additare stupidamente i massimi sistemi o affidandosi ciecamente alle opinioni della massa – e spogliarci degli schemi che ci attanagliano per tornare a guardare la vita con leggerezza e autenticità.

Ottava di sedici brani, si trova perfettamente a metà tra il sette e il nove, e non è un caso. In bilico sull’orlo del baratro, l’artista cerca disperatamente un equilibrio interiore con il brano più intimo e genuino di tutta la sua carriera. 

“Canto di draghi, di saldi e di fughe più che di cliché

Snobbo le firme perché faccio musica, non défilé

Sono l’evaso dal ruolo ingabbiato di artista engagé

Questa canzone è un po’ troppo da radio, ‘sti cazzi finché

Ti farà stare bene”

 

Alessandra Masciantonio