Lettere dal fronte (2)… aspettando il 25 Aprile

Francia, 23 aprile 1918

Cara mamma, 

è da circa un anno che non ci vediamo perché mi hanno imposto di venire qui, sul fronte francese, in trincea… Anzi, meglio dire in guerra, anche se penso che avessi già capito in che posto ero finita con la parola “trincea”, a rischiare la vita per le persone potenti, quelle che si trovano ad un altro livello rispetto a noi, gente con più potere. 

Non si sta bene, anche se riusciamo a parlare e a ridere, ci scambiamo dei racconti divertenti di episodi che ci sono capitati e, con l’aiuto degli altri, siamo sempre più motivati. Non è pulito qui, c’è tanta polvere, sangue ed è più facile ammalarsi e morire per colpa della sporcizia o per colpa della polvere; la cosa più brutta è quando un soldato cade a terra, colpito da un proiettile, invisibile ai nostri occhi, silenzioso per il nostro udito e troppo veloce da poterlo schivare. I primi minuti perdiamo la lucidità, poi qualcuno prende il corpo e lo porta nell’infermeria, una stanza piccola con dei kit curativi contenenti fasce al loro interno… Si proverà a salvarlo! Velocemente un altro soldato prende il suo posto. Quando qualcuno non c’è la fa, un commilitone scrive una lettera alla famiglia, per esprimere tutto il dispiacere per la perdita. È doloroso, ma noi proviamo solo un quinto della sofferenza che proverà la famiglia a ricevere  la lettera e, dopo qualche settimana forse lo avremo già dimenticato quasi del tutto, mentre loro lo ricorderanno per sempre.

Qualche volta alcuni soldati si addentrano oltre il filo spinano, nella nebbia più totale, e quando non tornano indietro è difficile ma lo è ancora di più non trovare il loro corpo che rimarrà disperso.

E pensare che siamo solo agli inizi, anche se sembra di trovarsi da un’eternità nel girone infernale di questa  interminabile guerra. Anche se non sono certo che questa lettera ti arriverà, vorrei sapere cosa ne pensi della guerra, se ha senso logico, perchè è iniziata, quali sono gli scopi delle persone potenti, intanto ti espongo le mie ipotesi, anche se saranno poche righe, perchè non ho tanto tempo e cercherò di non fare come al mio solito e divagare su altri argomenti.

Secondo me le guerre non hanno un senso logico, alla fine iniziano per colpa delle persone con il potere perchè una ha fatto un torto all’altra e l’unica loro speranza sono i soldati e, se non ce ne sono abbastanza, vengono da noi cittadini, ci prendono, legano a dei fili invisibili e ci utilizzano come dei burattini, obbligandoci a prendere parte al loro spettacolo. Se qualcuno cerca di scappare viene perseguito, lui e la sua famiglia. 

E’ iniziata perché ogni nazione vuole dimostrare di essere la più grandi e potente, ed essere superiore alle altre. Siamo pedine controllate dal potere. 

Spero che voi stiate bene, non vi dovete preoccupare per me, ma dovreste farlo per voi, soprattutto in questo periodo che sarà infinito.

Una sconfitta o una vittoria non cambierà mai le carte in gioco, forse aumenteranno le carte del mazzo e saranno più difficili da controllare andando avanti.  

Adesso ti lascio che il mio tempo è finito, spero di avere una tua futura lettera e il tempo per leggerla.  

Ti voglio e ti vorrò sempre bene e cercherò di ritornare da te al più presto.

Tua figlia

Ilaria Viana

3G, Scuola secondaria Salvemini