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Il Polo Liceale Mattioli si classifica al terzo posto al X Concorso Nazionale Letterario UNUCI

Il 17 aprile 2024, nella prestigiosa Sala consiliare del Municipio di Avezzano  si è svolta la cerimonia di premiazione del 10° Concorso Letterario indetto dalla sezione UNUCI di Avezzano, patrocinata dallo stesso comune.  Il primo premio è stato attribuito a Martina Letta, del Liceo “B. Croce” di Avezzano, il secondo alla studentessa universitaria Sara Pecce e il terzo a me, Martina Morrone, del Polo Liceale “R. Mattioli” di Vasto, pari merito con Ermanno Albanese della scuola militare Nunziatella di Napoli.

Nell’ottobre scorso avevamo affrontato in classe un tema importante con la docente di religione, prof.ssa Antonia Provicoli,  lo stesso che poi è stato oggetto del concorso: La violenza lacera quotidianamente la società, coinvolge la nostra coscienza, sollecita la nostra riflessione morale, culturale, politica.

Nel tema che ho elaborato non mancano considerazioni sull’aspetto drammatico che caratterizza la nostra società e il nostro tempo. Vengono accusati i soggetti violenti e, inizialmente, le stesse vittime di essere colpevoli dei loro mali. Nella seconda parte, con occhio critico, invece, vengono scagionate da accuse infondate. 

Nella mattinata si è svolta una premiazione non solo di elogio a noi studenti vincitori, ma anche di riflessione comune, un evento che ha riportato alla memoria indimenticabili episodi di violenza per riscattarli.

Le parole della commissione e di tutte le autorità civili, militari e religiose partecipanti sono giunte dritte al cuore.

Dopo la presentazione della Sezione UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia), sono stati ricordati il Capitano prof. Pietro Cimini e il Capitano prof. Riccardo Stornelli.

È stato veramente significativo per me essere lì presente e rappresentare il mio Istituto. Mi rende veramente felice sapere come le mie parole abbiano colpito tutta la Commissione. Ringrazio la prof.ssa Provicoli per avermi offerto questa opportunità che mi ha responsabilizzata ancora di più, per avermi accompagnata in questo percorso, ringrazio anche la prof.ssa Marilena Pasquini che, con dolcezza, mi ha incoraggiata.

Credo nella società, credo nella nostra generazione e credo che un giorno tutte quelle mani che oggi vibrano schiaffi saranno usate per donare un fiore o una carezza. E ancora, così come è scritto nel mio elaborato, spero che tutte le voci che urlano per denunciare le violenze non si spengano mai “come le richieste d’aiuto mai ascoltate, come urla strazianti mai udite, come lacrime che bagnano volti e si staccano dal viso e in un tempo non descrivibile, lungo o breve, cadono. In questo istante uno schiaffo suona su una guancia, un occhio diventa nero, una parolaccia ti provoca una fitta al cuore o forse non è la parolaccia ad averti pugnalata. E questa goccia piccolissima precipita, ed è sola perché è l’ultima a cadere in una chiazza di sangue che macchia una mattonella. E dopo la caduta muore, si mischia e non è più riconoscibile, così come chi l’aveva creata”.

                                           Martina Morrone