• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Visita alla Casa Lavoro di Vasto per il progetto ‘Voci da Dentro’

Visita alla Casa Lavoro di Vasto per il progetto ‘Voci da Dentro’

Lo scorso lunedì 22 aprile noi alunni della classe 4E, insieme ai docenti Di Brigida e Calvano, abbiamo avuto l’opportunità di visitare la Casa di Lavoro di Vasto in occasione del progetto “Voci da Dentro”, che ci ha permesso non solo di conoscere una realtà così diversa dalla nostra, ma anche e soprattutto di creare una connessione, un dialogo con essa. Il titolo ha molti significati: la nostra voce interiore che va a loro e viceversa, lo scambio tra un dentro che è la scuola e un dentro che è il carcere.

Nella prima mattinata siamo stati accolti dalla dott.ssa Giuseppina Rossi, funzionario giudiziario-pedagogico, dal Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria Sandro Sabatini e dall’Ispettrice Anna Uras, che ci hanno spiegato come funziona la struttura: questa si differenzia da un normale carcere perché si occupa, oltre che di far scontare la pena, di impiegare gli internati in attività lavorative in grado di rilasciare poi degli attestati professionali, dando loro maggiori possibilità di reinserimento sociale una volta usciti.

Siamo stati accompagnati nella visita di alcuni ambienti di lavoro, come le serre, la cucina e la sartoria, le sale dove avvengono gli incontri tra gli internati e i loro cari, i laboratori e la piccola chiesetta: quasi tutti spazi luminosi e colorati -in contrapposizione, ci hanno raccontato, alle celle- ad indicare una volontà di aiutare il percorso di riabilitazione con la presenza di armonia e luce.

Nella seconda parte della visita si è realizzata l’attività vera e propria, con alcuni detenuti che hanno voluto prendere parte volontariamente all’incontro. Abbiamo mostrato e lasciato loro la scatola dei “Sogni a colori”, contenente i lavori di scrittura creativa da noi ideati, con l’augurio che possano essere l’occasione per viaggiare anche solo con la mente oltre le sbarre, staccarsi dalla realtà nei momenti difficili, trovare una via d’uscita nel labirinto della vita.

Quindi è iniziato il laboratorio “Piovve dentro all’alta fantasia” perché la fantasia è un posto, come diceva Calvino ispirandosi al verso dantesco, dove ci piove dentro. Abbiamo cercato di portare una pioggia di storie e di parole: partendo da una fotografia, inventare una storia anche traendo spunto da vicende personali. Ne è emerso un quadro vario e discontinuo di errori, testimonianze, rabbia, accettazione e non, volontà di redimersi e non. C’è stato chi ha voluto scrivere e chi ha preferito parlare, chi ha portato una poesia, citazioni, pensieri e chi ha semplicemente raccontato la sua vita, con parole toccanti e secche, alcune ostili, altre nostalgiche, altre sorprendentemente entusiaste della nostra presenza.

Abbiamo, infine, incontrato il Direttore, Dottor. Franco Pettinelli, che ci ha spiegato ancora meglio la difficoltà e la necessità di portare a compimento quest’opera di reinserimento e riabilitazione per il benessere non solo del singolo detenuto, ma di tutta la comunità.

Il lato del nostro progetto che, speriamo, possa aver fatto la differenza -per noi e per loro- è l’aver dato la possibilità di esprimersi a persone che non ce l’hanno e non l’hanno mai avuta: ancora una volta una “voce da dentro”, quella personale, che la fantasia e la scrittura possono aiutarci ad ascoltare.

Siamo rimasti molto contenti nel notare grande partecipazione da parte dei volontari, oltre che pochissima esitazione nell’esternare anche gli aspetti più intimi del proprio essere, soprattutto in un ambiente in cui raccontarsi è difficile e la debolezza non è permessa. Continueremo a parlarne, a scriverne, a ricordare questo incontro per noi così significativo. La prossima occasione di condivisione sarà durante il Convegno da noi organizzato sul tema della giustizia riparativa che si terrà nel nostro Auditorium il prossimo 10 maggio.

Ci auguriamo che il progetto possa essere riproposto anche nei prossimi anni, al fine di creare un ponte tra due realtà così distanti ma la cui interazione può essere decisamente costruttiva per entrambe. Due realtà “che, in fondo, sono sotto lo stesso cielo, circondate dalla stessa striscia di mare”.

Arianna Roberti