Le donne e la medicina nella storia

Per anni le condizioni storico sociali hanno sempre fatto pensare che lo studio della medicina fosse un lavoro prettamente maschile, essendo gli uomini gli unici ai quali era dato studiare sin dall’antichità, mentre alle donne restava il compito di crescere i figli. 
Questo argomento viene ricordato anche nella parola maschile “medico” che deriva dal latino medicus o medeor, che significa colui che cura, inteso nel passato come una divinità, di questa parola tuttavia non abbiamo un femminile arcaico. 
 
Nonostante ciò, furono molte le donne che anche in questo campo si batterono per i propri diritti. 
In Egitto, dal 2000 a.C., e in Cina, dal 200 a.C., le sacerdotesse erano aperte al campo medico dell’ostetricia per aiutare altre donne nel momento del parto, ma era vietato loro studiare e praticare qualsiasi altra forma di medicina.
 
Agnodice
Lo stesso vale per la Grecia dove, nel IV secolo a.C, vi fu una donna, Agnodice, che per “ribellarsi” a questo sistema maschilista decise di tagliarsi i capelli, indossare vesti maschili ed andare a studiare medicina presso Erofilo. A causa della sua bravura negli studi e della sua fama tra le donne, in quanto aveva più clienti di tutti gli altri studenti, la denunciarono con l’accusa di aver sedotto le sue pazienti e così davanti all’areopago si alzò le vesti e dimostrò di essere una donna. Venne ugualmente condannata per aver studiato medicina, ma fu esempio per tutte le altre donne del paese che si ribellarono e riuscirono a liberare Agnodice ed ottenere il diritto allo studio della medicina. Purtroppo non sappiamo se questa sia soltanto una leggenda, come i miti eziologici, oppure Agnodice sia realmente esistita. 
 
Anche nell’antica Roma lo studio della medicina era riservato solo agli uomini. Le donne, che studiavano presso maestri privati già all’età di dodici anni, dovevano ritirarsi per adempiere al loro compito di procreare e crescere i figli. Nonostante ciò furono le donne a raggiungere le prime scoperte in ambito medico, poiché spettava a loro crescere i figli e quindi curarli in caso di malori, utilizzando impacchi di erbe coltivate da loro stesse. 
 
Trotula De Ruggiero
Nell’alto Medioevo nacque una scuola di medicina a Salerno in cui fu consentito l’accesso alle donne. Tra le mulieres salernitae emerge la figura di Trotula De Ruggiero. Trotula nacque nel 1050 a Salerno da una famiglia nobile e per questo poté conseguire i suoi studi. Scrisse alcune opere in ambito medico tra le quali ricordiamo “Trotula Major” , “Trotula minor” e “De ornatu mulierum”.
 
Ildegarda di Bingen
Nell’ alto Medioevo invece erano proprio le monache ad avere il compito di curare le persone. Tra le più note ricordiamo Ildegarda di Bingen che a quindici anni entrò a far parte dell’ordine benedettino. Nel 1150, a causa delle troppe novizie nella sua comunità, fondò un nuovo monastero presso Bingen e si dedicò principalmente alla trascrizione di testi sacri insieme alla diffusione di informazioni riguardanti la medicina femminile. Nel 2012 è stata persino dichiara medico della chiesa da Papa Benedetto XVI.
 
Le donne, mano a mano che hanno acquisito indipendenza e importanza nel campo medico, hanno iniziato a subire persecuzioni.
Si pensava che si alimentassero di dottrine occulte e di pratiche esoteriche in grado di sovvertire l’ordine naturale delle cose, per questo le loro cure risultavano molto più efficaci. 
 
Dal 1500 in poi iniziò la caccia alle streghe e tantissime donne vennero accusate di stregoneria e bruciate sul rogo. 
La diffusione delle streghe e delle maghe si ebbe anche nell’immaginario collettivo sviluppatosi con l’arte e la letteratura. Spesso venivano citate nei poemi cavallereschi, come ad esempio nel ciclo arturiano in cui emerge la figura della fata Morgana, o nell’Odissea dove affiora la figura di Circe che seduce Ulisse, oppure nella tragedia di Euripide dove compare Medea dotata di straordinari poteri magici.
Questo dimostra la grandezza delle donne che, purtroppo, nel corso della storia è stata celata per così tanto tempo che ancora oggi si fa fatica a far emergere.
 
 Gizzi Giada, Racciatti Alice e Ramundo Iris