Una buona notizia in questo periodo turbato dal Coronavirus arriva dai cieli del Nord Italia, la zona più colpita dal contagio. E’ infatti bastato fermare per qualche giorno il traffico e le fabbriche per vedere una riduzione drastica dell’inquinamento atmosferico. Questo fenomeno ci fa molto riflettere sugli effetti delle attività umane sull’ambiente e magari ci aiuterà a sviluppare una maggiore coscienza ambientalista nel futuro prossimo: pensiamo ad esempio alla questione del riscaldamento globale, riguardo alla quale molti ancora negano che il surriscaldamento della superficie terrestre sia causato dall’inquinamento. Da ormai quindici anni è in vigore il Protocollo di Kyoto, che prevede una serie di regole di comportamento in materia ambientale a cui tutti i Paesi aderenti dovrebbero attenersi. Tuttavia, per risolvere il problema bisognerebbe che tutti gli Stati del mondo aderissero al trattato. Invece, allo stato attuale non è così. Gli Stati Uniti, che sono responsabili di oltre un terzo del totale delle emissioni di diossido di carbonio, non hanno mai aderito all’accordo. Forse dopo i fatti di questi giorni si inizierà a pensare che disponiamo di un pianeta soltanto e che la sua salvaguardia è un problema di tutti. Un’altra riflessione riguarda il rapporto dell’uomo con la natura e l’importanza di vivere in equilibrio con essa: le immagini di Venezia con i delfini che giocano nelle acque pulite dei canali (normalmente torbidi) dovrebbero essere di ispirazione per immaginare un futuro diverso.
[Articolo scritto durante il lockdown]
Matilde / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze