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Le emozioni, i sogni e le speranze che solo un trabocco può regalare

Gallery InSabbiaMenti
Alcuni ragazzi del Polo Liceale Mattioli presso il trabocco “Le Cungarelle” di Vasto (CH). Foto di Sara Di Tanna

D’Annunzio descriveva il trabocco come “macchine che paiono vivere di armonia propria, avere un’aria ed un’effige di corpo d’anima”. Ai suoi tempi, queste suggestive costruzioni tipiche della nostra costa venivano utilizzate per pescare, mentre oggi molte sono state tramutate in ristoranti. Mai nessuno, però, avrebbe pensato che si sarebbero potute trasformare anche in aule di scuola.

È quello che è successo nell’ambito del progetto InSabbiaMenti, ideato dal Consorzio Vivere Vasto Marina, costituito da diverse attività commerciali e stabilimenti balneari di Vasto. Nella mattinata di venerdì 9 ottobre, ha coinvolto 14 studenti del Polo Liceale “R. Mattioli”. I ragazzi, accompagnati dalle docenti Giovanna Santangelo e Francesca Cinquina, hanno avuto la possibilità di trascorrere una giornata di scuola sul magnifico trabocco Cungarelle, dove si è riflettuto sull’importanza di valorizzare il nostro territorio, a partire dalle scuole.

L’obiettivo

L’obiettivo del progetto InSabbiaMenti, infatti, è proprio quello di far conoscere ancora di più agli studenti le bellezze naturali e paesaggistiche che ci circondano. Attraverso una sensibilizzazione che parta dal basso e la collaborazione tra le realtà del posto con le scuole, si può riuscire a promuovere iniziative che sfruttino a pieno il potenziale del territorio.

Nell’anno in cui l’educazione civica è tornata ad essere materia obbligatoria in tutte le scuole, la conoscenza del territorio assume ancora più valore. Già nella nostra Costituzione, scritta più di 70 anni fa, nell’art. 9 si parla di tutela ambientale. Questo discorso diventa più ampio pensando alle numerose proteste in tutto il mondo, organizzate soprattutto da giovani, che chiedono ai governi internazionali azioni sollecite ed efficaci, mirate a contrastare i cambiamenti climatici.

La mattinata sul trabocco ha generato nei ragazzi numerose riflessioni, a partire dall’importanza della scuola, specialmente in un periodo difficile come quello attuale, fino agli effetti causati dal coronavirus, in particolare sui giovani.

Alcuni ragazzi del Polo Liceale Mattioli presso il trabocco “Le Cungarelle” di Vasto (CH). Foto di Sara Di Tanna

Esperienza come condivisione

Ma è stata anche occasione di un significativo momento di condivisione. Accompagnati dalla chitarra sono stati letti alcuni brani appartenenti ad un diario di bordo, pubblicati sul giornale online della scuola, il Mattioli’s Chronicles, durante il periodo di lockdown. Diario di bordo ideato proprio per raccontare le emozioni, le paure ma anche le speranze provate dai ragazzi.

E a proposito di condivisione, nel corso della mattinata si è avuto modo di parlare della recente esperienza a Lampedusa per commemorare la tragedia del 3 ottobre 2013, a cui il Polo Mattioli ha partecipato, seppur con una piccola rappresentanza. In particolare Lorenza Carmen Battista si è esibita con la sua canzone “Perché”, che ha contribuito alla vincita del concorso internazionale “Porte aperte a Lampedusa” indetto dal MIUR.

I ragazzi, ispirati anche dalla splendida cornice del trabocco sul mare, hanno poi tramutato in parole scritte le emozioni e i pensieri raccolti nel corso della mattinata. Pensieri che sicuramente saranno un ricordo di questa giornata scolastica insolita, ma che ha riscosso un gran successo.

Sia l’Assessore all’istruzione Anna Bosco, sia la Dirigente scolastica del Polo Liceale Mattioli, prof.ssa Maria Grazia Angelini, intervenute durante l’iniziativa, hanno espresso la volontà di promuovere, in collaborazioni con il Consorzio Vivere Vasto Marina, altri progetti come questo, volti a favorire la crescita culturale e personale degli studenti.

Riflessioni degli studenti

Alcuni ragazzi del Polo Liceale Mattioli presso il trabocco “Le Cungarelle” di Vasto (CH). Foto di Sara Di Tanna
“Sono una cornice di ripartenza e di speranza”

“Sento lo sciabordio del mare e mi riviene in mente l’estate. Che estate! Un’estate di rinascita, in cui pian piano abbiamo provato a ritornare alla normalità, cercando di lasciarci alle spalle le paure, i timori, le incertezze. Mi giro dietro, c’è il mio zaino, mi riporta al presente. Mai come quest’anno ho avuto voglia di riempirlo, questo zaino, che per troppo tempo è rimasto vuoto, senza libri, senza esperienze, senza sogni. Mai come quest’anno ho avuto voglia di tornare a scuola, di tornare ad imparare, di tornare ad avere quella sensazione di soddisfazione che ti lascia il sapere di avere imparato qualcosa di nuovo.

E ora, seduto su questo banco, con gli occhi rivolti verso il mare, con il sole che lo tinge come una notte con i fuochi d’artificio, un sole che per tanto tempo abbiamo visto solo attraverso i vetri delle finestre, provo una sensazione di libertà, di gratitudine. Sono grato, perché ho la fortuna di vivere in un posto così bello, ma così bello che neanche ce ne rendiamo conto. E sono grato, perché ho la fortuna di poter andare ogni giorno a scuola, con lo zaino pieno di libri e tanta voglia di imparare.

E il mare che ho davanti a me, filtrato dalle reti del trabocco, con l’orizzonte che si confonde con il cielo, e il gabbiano appoggiato sul palo, ora è appena volato! Sono una cornice di ripartenza, di rinascita, come una fenice risorta dalle ceneri, e di speranza. Che le nostre aule, rappresentate da questi banchi sul trabocco, possano rimanere popolate di studenti, e che il nostro territorio possa continuare ad accogliere visitatori, visitatori come viandanti sul mare davanti a me.” -Simone Di Minni, 3A.

“Torneremo mai alla nostra normalità?”

“Nella mia carriera scolastica, ormai giunta quasi alla fine, mai avrei immaginato di ritrovarmi qui, su un trabocco, icona della mia terra, a fare lezione. Questa è una delle tante cose straordinarie che non avrei mai immaginato di fare in questo 2020. Sentire il sottofondo delle onde del mare mentre sono seduta su un banco è quello che di solito sogna ogni ragazzo quando sta finendo la scuola ed è con la mente già in vacanza. Invece il suono che sento io è reale, non è un sogno.

Prima di sedermi su questo banco ero piena di paure e preoccupazioni. Per la situazione che stiamo vivendo, che vede i contagi aumentare e toccare persone a me vicine. Che quindi non sono più semplici numeri detti in televisione. Qui sul trabocco, con il suono dolce e costante del mio mare, mi sono sentita più libera, più leggera. Come se la sottile brezza marina di oggi avesse spazzato via i miei pensieri. La bellezza e la suggestività di questo posto mi ha colpito tanto da non pensare più ad altro. Bisognerà poi tornare alla realtà, che non ancora diventa normalità.

E sorge spontanea la domanda che forse ci poniamo tutti in questo periodo: “Torneremo mai alla normalità? O questa sarà la nostra normalità?”. Anche quando si troverà una cura, riusciremo ad entrare in un negozio senza la mascherina? O stare vicino a qualcuno senza avere paura? Io temo la risposta, ma per ora voglio godermi la calma grandezza di questo mare.” -Sofia Bolognese, 5B.

Alcuni ragazzi del Polo Liceale Mattioli presso il trabocco “Le Cungarelle” di Vasto (CH). Foto di Sara Di Tanna
“Persone che hanno vissuto senza far rumore”

“Mi piacerebbe riportare cosa si prova a vivere questi momenti in cui il tempo sembra sospeso, squarciato solo da una voce forte, vibrante e dal canto del mare. Mi rendo poi conto che, esplicitare attraverso semplici parole quel che si sente, diventa un’impresa. È un brivido che pervade l’intero corpo, è un respiro mozzato, conseguenza di una consapevolezza assunta dalla comprensione delle parole che ascolto in sottofondo. E poi la gratitudine nei confronti di chi vede in te una scintilla umana. Che ti regala istanti e attimi pervasi di un’emozione travolgente della quale non vorresti mai privarti.

L’equilibrio tra corpo e anima. Un corpo immerso in un ambiente pulito, che sa di casa, del quale riesco a percepire l’appartenenza in maniera quasi tangibile, viscerale.

La mia terra, i suoi colori, i suoi profumi, i suoi modi di infondere in me la pace e che sono certa mi mancherà quando la vita mi porterà altrove. Lo spirito è per un attimo in pace e contemporaneamente esasperato. Quelle parole che sento in sottofondo mi ricordano che siamo stati costretti a pronunciare un addio a delle anime. Persone che hanno vissuto senza far rumore. Le stesse che, nella solitudine, sono andate via, ancora una volta in silenzio.” -Claudia Tiberio, 5C.

di Simone Di Minni