Stop alle “Classi Pollaio”!

 

Lorenzo Carollo, 3B

 

Si avvicina la chiusura delle iscrizioni a scuola, è arrivato il momento di chiudere le “classi pollaio!”. Indetta una manifestazione in 23 città, davanti agli Uffici Scolastici regionali e provinciali, compresa Roma, davanti il Ministero. La manifestazione è promossa dai Cobas e “Priorità alla scuola”. Le richieste sono: ridurre il numero di alunni per classe, assumere immediatamente gli insegnanti precari, fare investimenti seri e rapidi sull’edilizia scolastica, rientro almeno al 50% nelle scuole superiori delle regioni, tracciamento capillare e diffuso all’interno delle scuole. La ministra Azzolina – ricordano i Cobas e Priorità alla scuola – è entrata al Ministero dell’Istruzione affermando che avrebbe risolto il problema delle classi pollaio soprattutto in tempo di pandemia. Tali parole non si sono tradotte in fatti concreti. Non soni stati previsti stanziamenti né nel Recovery Plan né nella legge finanziaria per la riduzione del numero di alunni per classe e il problema del sovraffollamento delle aule non è contemplato nelle linee guida emanate dal Ministero. Così le scuole, che hanno appena finito di raccogliere le iscrizioni, utilizzeranno i soliti coefficienti per formare le classi iniziali. Il tutto – concludono – come se non si fosse nel pieno di una pandemia, come se la pandemia non avesse mostrato la condizione disastrosa della scuola pubblica italiana, condizione che ha comportato l’interruzione (o il forte depotenziamento attraverso la DAD) del diritto costituzionale all’istruzione per un’intera generazione la quale sta subendo, anche psicologicamente, i danni che negli anni sono stati inflitti alla scuola pubblica e che la crisi ha ulteriormente aggravato. Rispetto a tutto questo, le richieste sono che i soldi pubblici non siano più investiti nel digitale, ma vengano utilizzati per una riduzione significativa del numero di alunni per classe e per l’ampliamento dell’organico docente e ATA, unica vera risorsa per affrontare concretamente le problematiche di questo momento e del futuro.

C’è bisogno di una scuola pubblica sicura e di qualità!