• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Diritto di essere uguali di fronte alla legge e alla salute.

Diritto di essere uguali di fronte alla legge e alla salute.

Il 2020 ha sconvolto l’umanità con un’improvvisa pandemia globale che continua a far oscillare pericolosamente gli equilibri politici e sociali, nazionali ed internazionali, nonché il concetto di diritto alla salute e il sistema sanitario pubblico.

Tutti i paesi si sono improvvisamente ritrovati a dover compiere alcune delle scelte più difficili e controverse degli ultimi anni; stabilire delle linee guida al fine di arginare fisicamente e socialmente gli effetti disastrosi del Covid 19, virus che ha duramente colpito ogni categoria di persone, senza distinzioni sociali, economiche o culturali. A questo punto la domanda sorge spontanea: Essendo tutti uguali dinanzi alla malattia, lo siamo altrettanto per la legge e per le modalità di cura?

Per poterne comprendere pienamente ogni aspetto, bisogna sviluppare questa tematica così contraddittoria partendo dall’analisi della situazione nei paesi economicamente più sviluppati, ovvero la maggior parte dei paesi occidentali. Quasi la totalità di questi paesi ha scelto di applicare delle regole perlopiù riguardanti le attività commerciali, le scuole e i servizi pubblici, predisponendo la chiusura delle suddette per un periodo di tempo, riducendo la mobilità urbana, limitata alle pratiche essenziali, al fine di rallentare la velocità del contagio e proclamando in vari casi delle chiusure totali. Oltre ciò in diversi paesi si è favorita una sostanziosa campagna di screening attraverso tamponi molecolari, per tracciare giornalmente l’andamento della curva epidemiologica. D’altro canto, se le attività lavorative sono chiuse, non si produce e di conseguenza non si guadagna, quindi bisogna provvedere al sostentamento economico per alcune categorie di lavoratori. Ed è qui che purtroppo la pandemia accentua ed evidenzia la prima grande distinzione sociale; anche stati considerati sviluppati come l’Italia non sono ancora riusciti pienamente ad assicurare sostentamenti per tutti coloro che ne hanno bisogno, costringendo a dover molte volte scegliere tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro, principi fondamentali che dovrebbero essere assicurati a tutti in egual misura, poiché, come afferma l’articolo 3 della costituzione italiana: la legge è uguale per tutti e dovrebbe effettivamente esserlo.

Ciò ci fa riflettere, se anche paesi che non attraversavano prima della pandemia una così devastante crisi economica, come è gestita la situazione nei paesi del terzo mondo? Questi paesi si sono ritrovati tragicamente a dover far fronte, oltre che ad un’aumento di persone in stato di insicurezza alimentare, al collasso delle poche strutture sanitarie funzionanti. Il contagio risulta inoltre più rapido a causa di situazioni in cui molto spesso la densità di popolazione è estrema e le condizioni igieniche necessarie scarseggiano, ad esempio in aggregazioni urbane come le favelas. In alcuni tra gli stati più poveri dell’Africa non è stata neanche considerabile l’idea di applicare una misura come la chiusura delle attività, poiché nel giro di pochissimo tempo sarebbero venuti  a mancare persino i beni di prima necessità. Difatti in questi paesi  non è possibile neanche stimare precisamente il numero di persone contagiate, per mancanza di materiale sanitario e di strutture.

Finalmente poco più di un mese fa sono stati approvati i primi vaccini, proprio in questi giorni si stanno somministrando le prime dosi agli operatori sanitari e nelle strutture RSA, facendo sperare tutti in una soluzione a questa enorme crisi. Tuttavia purtroppo ancora una volta non tutti i paesi possono assicurarsi un numero di dosi adeguate, spesso per mancanza di strumenti adatti alla conservazione del farmaco o per mancanza di figure professionali adeguate. Tutti i paesi dovrebbero poter andare di pari passo, poiché più persone riusciranno a vaccinarsi tanto più l’immunità potrà risultare globale.

Le nostre abitudini sono radicalmente cambiate, tutte le nostre certezze ci appaiono demolite e tutto ciò che prima ci sembrava la normalità oggi ci sembra quasi un ricordo lontano. Allo stesso modo è necessario cambiare la nostra visione della società, bisogna lavorare tutti per il raggiungimento di un sviluppo concretamente sostenibile, che parta da un maggior rispetto per l’ambiente e per chi lo abita. Una completa rivoluzione sociale che dovrebbe puntare ad accorciare il divario economico invece di accentuarlo, per risultare finalmente e realmente tutti uguali dinanzi legge e salute.

Rosa Schiano Lomoriello, III C