Sport e Pandemia

Nei primi giorni di Marzo, il SARS-CoV-2 ha colpito anche la popolazione italiana, rendendo necessaria l’adozione di alcune restrizioni: con il primo DPCM del 9 Marzo 2020 la vita di ogni giovane atleta viene radicalmente cambiata. Da quel giorno, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo sport con tutti i suoi campionati viene fermato in tutta Italia.

A partire dal 18 Maggio 2020 è stata autorizzata la ripresa di alcune attività sportive, nello specifico quelle agonistiche. Periodicamente sono stati emanati nuovi decreti che, con il tempo, hanno dato spazio alla ripresa di tutte le attività che possono essere svolte all’aperto, nel rispetto delle misure di sicurezza. All’interno dei centri sportivi è comunque necessario rispettare i protocolli di sicurezza: riduzione dei contatti interpersonali, l’uso della mascherina (essa dovrebbe essere indossata costantemente da allenatori, personale addetto ai locali e spettatori; gli atleti dovrebbero indossarla all’entrata e all’uscita del sito sportivo), una scrupolosa igiene delle mani, ridurre al minimo le trasferte, evitare gli scambi di indumenti, di cibo e di bottiglie d’acqua, sanificare i bagni delle palestre, areare gli ambienti di sosta e di passaggio, invitare gli atleti a vestirsi, svestirsi e lavarsi a casa propria.

In caso di contagio all’interno di centri sportivi devono essere seguiti dei protocolli stipulati dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, Gli atleti risultati positivi al virus, dovranno sottoporsi a una serie di test ed esami fisici (che comprendono un test da sforzo massimale, la rilevazione continua della saturazione di ossigeno e l’esecuzione di un’ecografia cardiaca) e dopo 15 giorni potranno riprendere gradualmente gli allenamenti sotto l’attento controllo del Responsabile sanitario, che a suo giudizio potrà ampliare test ed esami. Qualora l’atleta risulti negativo dovrà sottoporsi, ogni 4 giorni, a tampone o test rapido validato e ad una serie di accertamenti medici.

A subire le conseguenze delle numerose restrizioni sono in particolare i giovani, che si devono confrontare con la chiusura dei centri sportivi e delle scuole e con la conseguente perdita di ogni possibilità di socializzare; questa condizione porta un forte senso di solitudine ed emarginazione tra i ragazzi, costretti a passare le loro giornate chiusi in casa. Con il tempo in molti sono riusciti a riprendere, seppur in modo anomalo, le attività sportive grazie all’utilizzo di piattaforme digitali, riportando un pizzico di normalità nelle vite dei giovani. Nonostante l’irregolare riapertura delle scuole e l’allentamento delle restrizioni riguardanti le attività sportive, questo senso di inadeguatezza grava tuttora sulle vite dei giovani atleti.

Il Covid ha stravolto le vite dell’intera popolazione ma, nonostante questo, insieme si è riusciti a trovare delle soluzioni per superare gli ostacoli da esso posti. Grazie alle nuove tecnologie alle quali si ha accesso è stato possibile tornare ad una nuova “normalità”; la situazione non è stata ancora risolta e c’è molta strada da fare. Possiamo solo sperare in un futuro migliore.

Correr Sveva e Mazzotta Greta