“You made my day”

Quante volte vi è capitato di passare una pessima giornata, di andare in giro per ore con il morale a terra, ma poi, una piccola scintilla, un qualcosa di inaspettato, vi restituisce finalmente un po’ di luce?

La scintilla potrebbe scaturire da immagini o da gesti improbabili. Magari  la si può avvertire entrando in un negozio dove il personale è empatico, gentile,  amichevole, e alleggerisce, anche se per poco, quel peso che ci si porta dentro. Allora pensiamo: “Però! Eppure queste persone neanche le conosco”.

La scintilla potrebbe accendersi anche dopo aver visto passare una famiglia felice, una coppia di anziani camminare a braccetto dopo tanti anni di matrimonio, oppure un bambino che ci fa ciao ciao sorridendo e agitando la manina o, ancora, quando capita di ricevere un complimento inaspettato da un estraneo.

Nella lingua inglese, quando vogliamo esprimere la causa della scintilla, il ruolo che ha assunto nella nostra giornata, possiamo utilizzare l’ espressione “You made my day” che sta a significare “Mi hai rallegrato la giornata”.

I social hanno un ruolo in questa storia?

Contro ogni aspettativa, la risposta a questa domanda è sì. I social possiedono aspetti positivi ed aspetti negativi e possono essere utilizzati sia per esercitare il male che per fare del bene.

Chi decide di utilizzarli per aiutare le persone ha il potere di migliorare la giornata di un utente utilizzando video di pochi secondi o semplici immagini usufruendo di frasi motivazionali, raccontando le proprie esperienze di difficoltà per far sapere che qualcuno ce l’ha fatta o, anche solo, servendosi di semplice umorismo. Molti sono i messaggi di esortazione e vicinanza che si trovano sotto i contenuti di chi ha deciso di aprirsi e raccontare la propria storia.

Altri utenti, addirittura, dedicano i loro profili interamente ad esperimenti sociali e progetti volti a migliorare la giornata o (progetto ancora più ambizioso) la vita di qualcuno. E’ proprio di loro che vogliamo parlare.

Sono numerosi i metodi che utilizzano per interagire con le persone: c’è chi, bendato, regala abbracci in strada, tenendo tra le mani un cartello con su scritto “free hugs” (“abbracci gratis”); chi invece indirizza gli abbracci verso coloro che mostrano un particolare stato d’animo, “If you are missing someone today hug me” (se ti manca qualcuno oggi, abbracciami) . Molti passanti si fermano, alcuni raccontano la propria storia talvolta commuovendosi, altri ringraziano per l’iniziativa.

In alcuni casi, c’è chi si muove per le strade elargendo complimenti inaspettati ai passanti che si mostrano piacevolmente sorpresi e rispondono “I appreciate that” (l’ho apprezzato) oppure “I needed that” (ne avevo bisogno) .

I piccoli gesti possono valere tanto. Con la gentilezza si può generare una scintilla, si può creare un raggio di sole, si può riscaldare e rallegrare qualcuno senza rendersene neanche conto.

 

Laura Del Casale