LA PASSIONE SUPERA OGNI OSTACOLO

Atene, la città antica più bella del mondo ellenico, dopo essere stata rasa al suolo, è stata ricostruita da capo più bella e più forte di prima. Così nasce la Thrylos.

 

Ci sono momenti in cui bisogna riaprire dei cassetti che si erano tenuti chiusi per molto tempo e cominciare a raccontare, per sé e per gli altri, ed è quello che sto per fare.

Aristotele, per spiegare il divenire delle cose, stabilisce quattro cause, tra cui quella efficiente, ciò che dà inizio al mutamento, ossia ciò che origina qualcosa e la mia causa efficiente è sempre stata una sola persona, nel bene e nel male, una persona che devo ringraziare per i risultati che ho ottenuto fin’ora.

Faccio parte di una squadra di nuoto e la nostra storia comincia 4 anni fa. Insieme ai miei compagni di squadra mi sono sempre allenata al Parco Caserta, l’unica struttura comunale di Reggio Calabria.

Era il luglio 2013: con 3390 punti vincevamo a Caserta il titolo nazionale, non sapendo che avremmo perso, poco dopo, tutto. Infatti sembrava un pomeriggio di agosto come tutti gli altri quando abbiamo letto sul giornale un articolo che riguardava il Parco Caserta e ne sanciva la sua chiusura in seguito ad un’interdittiva antimafia. Alla vista di ciò, siamo rimasti dapprima perplessi e poi disperati, perché settembre era sempre più vicino e noi ci saremmo dovuti allenare per le gare regionali. Così, restavamo in attesa impiegando il nostro tempo al CONI, riscaldandoci a secco. Però, per un nuotatore è impossibile stare lontano dall’acqua, e perciò abbiamo iniziato ad allenarci in una piscina privata non regolamentare pronti per affrontare le gare,che abbiamo vinto portando il primo posto a casa. Già…Ma quale casa? Il nostro Parco era ancora chiuso, perché, si sa, la giustizia a Reggio se c’è è lenta.

Noi lo chiamiamo “nostro”, lo definiamo “casa” perché non vediamo il Parco come un semplice impianto sportivo. La squadra va avanti ormai da molti anni: cambiano i nomi, Paideia, Febea nuoto, Ecletos nuoto; cambiano i compagni, chi c’è da tanto tempo, chi è entrato da poco, ma siamo pure sempre NOI, una famiglia. Potrete non credere a tutto questo, pensare che seguiamo solo una routine quotidiana: allenamento, doccia, un “ciao” generale e poi tutti a casa. E invece no! Sono nati amori e amicizie vere all’interno di questa squadra, che vanno al di là dei semplici valori sportivi e tra gioie e dolori, tra pianti e risate, ci siamo affezionati l’un l’altro.

Guardando tutti quei nuotatori che vincono le Olimpiadi, spesso pensiamo che sarebbe bello essere al loro posto, ma poi ci riflettiamo e pensiamo ai nostri allenamenti: la cuffia messa di fretta, gli occhialini in cui entra acqua, quando siamo sul blocco prima di partire e vediamo quello specchio di cloro dall’alto, il cuore in gola e la voglia di nuotare, anche solo per un’oretta. Pensiamo a quell’emozione che sale quando stiamo per entrare in acqua, non importa dove, non importa quando, se siamo soli o con altra gente, ci sale comunque l’adrenalina, il cuore batte forte, sentiamo tutta l’energia nelle mani, nelle gambe, percepiamo l’acqua che diventa un tutt’uno con noi, e poi quella voglia immensa di volare.

Ecco, queste non sono emozioni che si possono provare in qualsiasi occasione. Non c’è niente di più rilassante dello sport. Neanche l’amore, perché lo sport non tradisce. E il piacere di nuotare può essere infinito.

Per questo quell’estate ci siamo sentiti persi non potendo tornare a casa nostra. E, poiché in una città come Reggio Calabria le voci dei giovani non sono ascoltate molto spesso, decidemmo di partecipare ad una manifestazione comune indetta per sollecitare la riapertura del Parco Caserta. Tuttavia, il presidente della nostra società ci proibì di parteciparvi, quello stesso presidente a cui era stato impedito di continuare a gestire la struttura. Ovviamente non ci siamo fatti intimidire né da minacce né da querele scaturite in seguito. Noi ragazzi siamo contro la mafia, siamo contro le ingiustizie e non abbiamo paura. Perciò decidemmo di dissociarci dalla nostra società, di intraprendere un cammino da soli, creando una nuova squadra, il cui nome è Thrylos, che significa leggenda. Un gesto avventato? Probabilmente sì, perché ci ritrovammo “per strada” senza un allenatore, quando l’unico posto disponibile per allenarci era una piscina privata che ci offriva orari disagevoli con solo due corsie.

Ma la passione era troppo forte e iniziammo ugualmente gli allenamenti serali fino alle 23, rinunciando talvolta alla pizza del sabato sera pur di pagare le tasse gara e il nuovo allenatore. Ecco, è proprio lui la persona che considero il mio punto fermo, anche a distanza di anni, anche se ora non c’è più e abbiamo accanto una persona forse migliore.

Infatti, è seguita una batosta dopo l’altra: l’allenatore che avevamo trovato ci ha lasciati e sono stati periodi bui, di cui ancora si risentono gli effetti, finché Emon, un nostro compagno di squadra, non si è rimboccato le maniche e ha deciso di allenarci. Era solo un ragazzo, ma ha avuto il coraggio, la pazienza e l’amore di tenere in piedi una squadra in cui credeva e in cui aveva riposto tutto se stesso, per rendere la Thrylos davvero una leggenda.

Abbiamo avuto la tenacia di lottare, di andare contro corrente, il prezzo della legalità l’abbiamo sentito fin dentro le ossa, ma ad oggi siamo orgogliosi di far parte di una società che sentiamo tutta nostra, che abbiamo sudato, perché consapevoli di ciò che era giusto fare e non di ciò che era conveniente, e perché responsabili di noi stessi e delle scelte che abbiamo fatto.

A volte mi basta chinarmi a fianco della vasca, sfiorare l’acqua con le dita per sentire una scossa che mi invade il corpo, un brivido che gela il sangue. E’ un po’ come quando ti piace qualcuno e appena lo vedi sorridi. Ecco, io appena vedo una piscina sorrido e il cuore mi batte più forte, perché sa che è felice quando nuoto.

Oggi sono passati 4 anni da quando siamo usciti vincenti dal parco e siamo finalmente tornati a casa nostra, con lo stesso titolo imbattuto, con la voglia di riprenderci tutto quello che avevamo perso. Ma tutto questo lo devo a te: non è cambiato niente e mai cambierà, mi hai abbandonata, avevo smesso di nuotare e non volevo più andare avanti, perché mi avevi prosciugato tutte le forze, le stesse forze che mi sono tornate per te, perché meritavo e meritavi che mi rialzassi e tornassi a vincere come mi avevi insegnato tu.

Ragazzi non andate a nuotare, non siate costretti a giocare a tennis o fare equitazione: fate ciò che vi fa stare bene, lottate contro chi vi ostacola nel perseguire il vostro ideale sportivo e di vita, la vera forza sta in voi stessi e nel gioco di squadra.

Il nuoto rende felice la mia anima e senza di esso, senza una piscina, è come se mi togliessero un pezzo di cuore.

 

Chiara Laurendi