QUELLI DI QUINTA

Ottocento studenti, percorsi simili, esperienze differenti, punti di vista originali e strade che si incrociano: impossibile suddividere una tale varietà umana in due categorie contrapposte di bianco e nero, sì e no, spento e acceso. Proviamo allora a dividerla in due categorie e mezzo. Nella prima quelli che l’ultimo giorno di scuola festeggiano Nella seconda quelli che piangono. L’ultima, quella sospesa a metà, non è tanto una vera e propria categoria, quanto un’intersezione, una zona anfibia: ne fanno parte coloro che, pur essendo in una delle due, si immedesimano nell’altra. Esistono perciò studenti ai quali festeggiando scappa una lacrima e studenti che piangendo decidono di festeggiare.

Se la maggior parte di noi vive l’ultimo giorno di scuola, tanto agognato nei periodi più duri dell’anno, nella consapevolezza che questa routine e gli espedienti per sopravviverle rimarranno invariati almeno fino al prossimo giugno, altri invece cominciano a vedere nella loro interezza questioni fino a qualche mese prima ancora distanti e in apparenza più piccole: il risultato è un mix di entusiasmo, ansia e trepidazione che difficilmente potrà essere dimenticato.

L’esame di Stato si avvicina e crescono insieme la paura dell’impatto e il desiderio di chiudere per sempre questo capitolo della vita, solo per poter sbirciare ciò che il nuovo ci riserva. Ma non solo: anche l’estate avrà un sapore diverso se vissuta con il pensiero del fatidico test d’ingresso all’università, che per molti rappresenta il primo passo verso la realizzazione di un sogno. Non c’è più spazio per l’indecisione, non c’è più tempo per procrastinare: tutto assume un’aria più definitiva.

E poi comincia un’altra vita, sì, non senza aver affrontato il trasferimento in una nuova città, intraprendendo percorsi che spesso portano amici inseparabili ad un’inevitabile separazione. Si assiste inermi all’inesorabile sgretolamento di quello che per cinque anni è stato un gruppo di compagni di avventure e di sventure, di amici di cui conosci a memoria facce assonnate, risate e deliri di impotenza e di onnipotenza. E ci si ripete fino allo sfinimento il mantra “sarà la scelta giusta? Ce la farò?”.

Sarà pur vero che tutti prima o poi troveranno la strada giusta da percorrere, ma ora è il momento di quelli di quinta, delle loro paure e del loro entusiasmo al termine della carriera da liceali. Alle loro spalle cinque anni di sfide, avventure ed esperienze. A separarli dal traguardo, solo l’Esame. Da parte di chi, come me, ha ancora del tempo prima di vivere questo importante momento, un grosso in bocca al lupo a tutti!

                                                                          Francesca Lanni