Negli Usa gli alberi… migrano verso ovest

Una recente ricerca indica che le piante degli States orientali sono in cammino verso una nuova e inusuale direzione: pare che si siano spostati verso Ovest di 15,4 chilometri negli ultimi dieci anni…
In America sta avvenendo dunque una lenta e strana marcia degli alberi verso Occidente, un fatto che stupisce scienziati e ricercatori: dovrebbero infatti muoversi verso i poli, in particolare verso Nord, alla ricerca di temperature più vicine rispetto a quelle che il cambiamento climatico sta modificando.
Gli ecologisti della Purdue University di West Lafayette, però, spiegano che negli ultimi trent’anni la migrazione degli alberi orientali sembra aver cambiato direzione. Secondo i ricercatori la causa è legata al mutamento delle precipitazioni. Questo è il motivo perché alcune specie di alberi della parte orientale degli Stati Uniti avrebbero intrapreso un lento spostamento verso Ovest.
Il professor Songlin Fei ha raccontato che secondo lo spostamento di 86 tipi di alberi attraverso i dati del servizio Forestale degli Stati Uniti su piante di Maine, Minnesota e Florida: “C’è stata una grande sorpresa. Gli alberi rispondono ai cambiamenti del clima alla disponibilità di acqua e alle variazioni della temperatura. Ma anziché andare verso Nord, lontano dai tropici e dal suolo più caldo, come da sempre osservato e ipotizzato, vanno verso Ovest. Il che resta per molti aspetti ancora un mistero”.
Secondo lo studio questo processo graduale sta avvenendo più velocemente di quanto si possa pensare: gli alberi che si muovono verso Ovest si stanno spostando ad una velocità di 15,4 chilometri per decennio, mentre quelli in cammino verso nord si sono spostati solo di 11 chilometri per decennio.
Le angiosperme insieme agli alberi in fiore, rispetto ad altre conifere, hanno preso una nuova direzione, probabilmente legata alla pioggia anche se Fei spiega che è ancora complesso determinare il motivo di questi spostamenti, ci sono molti fattori da considerare, fra cui, ad esempio, l’interazione uomo-natura, con l’insediamento di molti residenti in quelle aree a partire dal 1920, il diffondersi di parassiti, la presenza di incendi e altre conseguenze che potrebbero aver influito sulla vita delle piante: “Quello che è certo” ha dichiarato lo studioso “è che le foreste odierne hanno un aspetto diverso rispetto a 10, 20 o 30 anni fa. Un altro fatto rilevante è che spesso a ‘partire’ sono gli alberi più giovani”. Il ricercatore sotolinea anche che “non è che alzano le radici e camminano, ma gli alberi più giovani cominciano a nascere o migrare più verso Ovest. Spostano gradualmente i loro ‘centri abitati’ a seconda delle condizioni migliori che possono trovare per crescere”. Gli alberelli possonno espandersi più facilmente in una nuova regione mentre i più anziani muoiono.
Quasi nessuna specie si è spostata verso Sud o Est e la temperatura media annua degli ultimi 35 anni negli Stati Uniti orientali è aumentata di 0,29 gradi Fahrenheit. Tutti fattori che non possono farci pensare che questi spostamenti siano colpa del cambiamento climatico al 100%, ma di sicuro è gran parte del problema e gli alberi si addattano a questo andando a cercare l’umidità altrove. Gli studiosi temono che si verificherà una spaccatura nelle più importanti comunità arboree degli States orientali: “Le conifere vanno a Nord, gli altri a Ovest: ci sarà una frattura a Est. Se diverse specie” ha dichiarato Songlin Fei “migrano in direzioni opposte, la comunità potrebbe iniziare a crollare. E’ un po’ come vedere la fine di un gruppo di amici che si dividono per andare in diverse Università. Dobbiamo continuare a monitorarli”.
Letizia Laganà – Classe 3F