Cosa succederà nel 3000? – Racconto

Non avrebbe mai pensato di finire in quella situazione. Sara aveva paura, adesso: l’acqua stava salendo, la grotta sotterranea in cui era finita era quasi completamente buia, e non avrebbe assolutamente ritrovato la via che l’aveva portata fino a lì. Eppure voleva soltanto provare la sua maschera subacquea nuova, accidenti… Quindici minuti prima si stava pregustando un’estate da passare al mare a divertirsi, ora non sapeva nemmeno se sarebbe arrivata all’autunno. Pensava che quella sarebbe stata le sua fine, ma non si sarebbe arresa tanto facilmente…
Cominciò a nuotare verso l’alto in cerca di una via di uscita, ma invano… sarebbe stata quella la sua fine?
Ma quando sembrava tutto perduto cominciò a sentire qualcosa di morbido sembrava… Ma sì, certo, era panna! Cominciò a seguire la striscia di panna che la portò fino allo spazio. Qui incontrò uno scienziato pazzo che le disse di guardare la Terra, ma lei non la vedeva e quindi lo scienziato le spiegò che era finita nel futuro…
Allora le disse di guardare attentamente e vide una minuscola pallina: era la Terra, che con tutta l’anidride carbonica prodotta dall’uomo aveva compromesso la natura ovunque, anche se forse la vita non sarebbe scomparsa del tutto. In quel momento si svegliò, ma si accorse che era veramente nel futuro e che la Terra stava davvero scomparendo.
E rivide lo stesso scienziato che aveva incontrato nel sogno, anche se lei non era più nel 2017 ma era nel 3000. Lo scienziato le spiegò che lei era stata trasportata nel futuro con una sua invenzione… “La Macchina del Tempo”.
Sara continuava non capire, allora lo scienziato continuò spiegando che lui l’aveva chiamata per dire agli uomini di non usare eccessivamente le macchine, le fabbriche e gli elettrodomestici, ma senza il suo aiuto non sarebbe riuscito nell’impresa.
Lo scienziato la riportò nel passato cioè nel 1899, quando ancora non c’erano le macchine e la portò nello spazio come nel sogno ma adesso la Terra la vedeva, eccome se la vedeva: le macchie verdi erano molto grandi in tutti i continenti, perché ancora l’anidride carbonica non aveva fanno danni. Le disse di fare una foto e riprese la Macchina del Tempo, la portò ancora più avanti, nel 1959 (sempre nello spazio, dove le chiese di scattare un’altra foto alla Terra). E così arrivo nel 2017 e raccontò tutto ai suoi compagni di classe, ma nessuno le credette…
Sara lo sapeva che era vero quello che raccontava e voleva poterlo dimostrare anche ai suoi compagni ma lo scienziato non poteva portare tutti i suoi compagni perché le credessero, allora Sara si ricordò delle foto che aveva fatto dallo spazio. Le mostrò ai compagni, che adesso le credevano tutti, a parte due che erano piuttosto strani, non parlavano con nessuno e di cui si diceva che, chiunque si avvicinasse a loro, finissero per diventare strano allo stesso modo.
Sara è tornata a casa e ha fatto una ricerca su quello che aveva scoperto: voleva saperne di più e allora ebbe un’intuizione: forse i suoi compagni che avevano un comportamento strano erano due alieni venuti sulla Terra per distruggere il pianeta. Decisero con tutta la classe che dovevano evitare quella catastrofe futura, allora appesero cartelli ovunque chiedendo che una giornata al mese tutte le famiglie non andassero in macchina o producessero CO2 in nessun modo.
La loro idea era stata accettata da tutta la città tranne la famiglia dei due ragazzi, Sara non ne poteva più di loro e voleva sapere la loro vera storia, allora un giorno li invitò a casa sua: quando furono soli, li aggredì e tolse loro la maschera, allora ebbe la conferma che erano alieni.
Sara chiamò la polizia e fecero un interrogatorio ai due alieni per sapere come stessero le cose: allora essi spiegarono che un millennio prima gli umani avevano provato a fare esplodere Saturno e loro volevano vendicarsi vendendo alle persone delle auto per inquinare l’ambiente e distruggere il nostro pianeta. Ma quando Sara aveva scoperto la loro identità, avevano capito che non era più importante fare scomparire la Terra e volevano far capire alle persone che non erano cattivi. Da quel momento tutti volevano sapere la loro storia e alla fine diventarono amici.

Gaia Cecchi – Classe 1B
Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze