Lo scorso 22 maggio, appena finito il concerto della cantante Ariana Grande, che si è tenuto a Manchester (Regno Unito), alle ore 22:30 (le 23:30 in Italia) c’è stato un attentato provocato da un tentativo di far esplodere un’auto che era parcheggiata all’uscita dello stadio. Nell’auto c’era un ragazzo che aspettava la sua fidanzata che stava assistendo al concerto. Le persone che stavano tornando via dal concerto felici e contente, appena sentito il primo botto, pensarono che fossero stati dei palloncini che erano esplosi e alcune iniziarono ad andare via, ma dopo il secondo botto tutti si resero conto che si era trattato di un attacco terroristico e ne ebbero la conferma anche dalle guardie presenti. Le persone iniziarono a disperarsi e, senza nemmeno guardare dove andavano, iniziarono a scappare, così tutte le uscite della Manchester Arena si riempirono di gente che scappava. Questo è il tragico risultato: sono state 119 le persone ferite e 22 le vittime morte fra cui ragazze/i e bambini/e. Una delle vittime è la 18enne Georgina Callender, uccisa dopo essersi fatta la foto con Ariana , di cui hanno ritrovato il corpo.
Ariana Grande, dopo il terribile attentato, ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Sono distrutta, dal profondo del mio cuore non ho parole”. E lo stesso ha scritto su Twitter. Ariana ha poi deciso di pagare e assistere ai funerali delle vittime della strage. Adesso il simbolo con le orecchie da coniglio è diventato il simbolo della strage. Ciò che veramente è terribile è che gli attentatori non abbiano esitato a organizzare un attentato a un concerto rivolto a un’utenza di bambini e di adolescenti, solitamente accompagnati da genitori.
Asia Finali – Classe 1A
14 Luglio 2017