Svegliamoci dal nostro sonno dogmatico!

di Andrea Grasso Liceo Scientifico e delle Scienze Umane O.M. Corbino

Lega. Pd. M5S. Forza Italia. Porcellum. Rosatellum. Sono queste le parole che vengono in mente pensando al sistema politico italiano. Quotidianamente siamo bombardati da questi termini, utilizzati da fonti diverse in diversi contesti, tanto che il loro significato è sempre più vacuo e indefinito. Questo è il risultato di una sorta di acquiescenza degli Italiani nei confronti delle questioni e delle scelte politiche: spesso ci limitiamo ad adeguarci alle altrui opinioni e accogliamo come insindacabili i punti di vista di chi conosciamo, non riuscendo ad assumere un atteggiamento attivo e partecipe, considerando la politica, seppure così fondamentale, come qualcosa che non ci riguarda. Eppure, ognuno è pronto a dire la propria e a farsi sentire, ma nessuno è disposto ad assumersi le responsabilità delle proprie idee e delle proprie scelte politiche: comunque vada, la colpa è sempre degli altri, di coloro che hanno preso una posizione, assumendo, loro sì, la responsabilità delle proprie decisioni. Mi chiedo se non sia proprio questo atteggiamento passivo a creare i disagi di cui ci lamentiamo e i problemi a cui velleitariamente diciamo di voler porre rimedio. Non sarebbe più giusto trasformare la società indolente in cui viviamo in un organismo attivo e solidale? Non abbiamo forse il dovere morale e civile di rendere noi stessi parte integrante di questo mondo organico, proprio in nome di quei diritti che abbiamo duramente conquistato? Si sono appena concluse le votazioni regionali in Sicilia per eleggere il nuovo presidente e rinnovare l’Assemblea regionale siciliana. Sconcertano i dati sulla disinformazione dei cittadini: un sondaggio condotto dall’istituto Demopolis lo scorso 27 ottobre, a poco più di una settimana dall’apertura delle urne, informa che il 26% dei siciliani chiamati a votare non era neanche a conoscenza delle imminenti elezioni. Questo dato, affiancato a numerose statistiche il cui esito è persino più sconfortante, oltre ad incidere in modo significativo sull’attiva partecipazione al voto, dimostra in modo evidente la progressiva mancanza di interesse dei cittadini nei confronti di una realtà che viene respinta sempre più fortemente. La disinformazione riguarda in parte gli adulti, che in molti casi non riescono a prendere decisioni politiche in modo autonomo, condizionati dalle idee altrui e bombardati dalle migliaia di anonime opinioni che è possibile reperire su internet, ma essa si estende maggiormente a coloro che sono chiamati a votare per la prima volta: i giovani, che vengono catapultati nel mondo della politica, spesso totalmente ignari di quella realtà che fino a poco prima consideravano banale ma di cui ora sono chiamati a far irrevocabilmente parte. Sono fermamente convinto che sia necessario porre rimedio a questa situazione, in modo da rendere i cittadini attivi e consapevoli. Ciò potrebbe verificarsi attuando diverse iniziative: si potrebbero ad esempio dedicare alcune delle ore scolastiche al confronto e alla discussione su argomenti di attualità, oppure si potrebbero promuovere delle campagne di informazione rivolte in particolar modo ai giovani. Credo che lanciare iniziative volte a garantire una maggiore consapevolezza politica sia necessario. Sono convinto che, sebbene farlo possa talvolta risultare difficile, tutti dovrebbero avere il coraggio di assumere una posizione e di prendere attivamente le proprie decisioni, perché proprio dalle nostre scelte dipende il nostro presente e, più di ogni altra cosa, il nostro futuro.