Epilessia: Una speranza arriva dalla musica

Ascoltare la musica può aiutare chi soffre di epilessia a diminuire la frequenza delle crisi. Un trattamento innovativo che può affiancare le terapie farmacologiche utilizzate per controllare la malattia.

L’ascolto della musica potrebbe presto trasformasi in una nuova cura per chi soffre di epilessia.

A rivelarlo è uno studio dell’Ohio State University presentato a Toronto, in Canada, nell’ambito del 123° convegno annuale della American Psychological Association che evidenzia come il cervello dei pazienti epilettici reagisca diversamente all’ascolto della musica.

Nell’’80% dei casi di epilessia le convulsioni hanno origine nel lobo temporale del cervello ovvero nell’area cerebrale in cui la musica viene elaborata a livello della corteccia uditiva. Per questo motivo i ricercatori americani hanno deciso di studiare l’effetto che la musica produce nel cervello delle persone epilettiche. Essi hanno esaminato i dati di 21 pazienti dell’unità di monitoraggio dell’epilessia presso il Wexner Medical Center della Ohio State University e hanno confrontato l’ampiezza delle loro onde celebrali in condizioni di silenzio e durante l’ascolto di un brano musicale.

I ricercatori hanno evidenziato livelli di attività celebrale significativamente più alti nei soggetti sottoposti all’ascolto della musica. Nei pazienti epilettici, inoltre, l’attività delle onde cerebrali tendeva a sincronizzarsi con il ritmo della melodia in misura superiore a quanto registrato nelle persone sane.

Tale scoperta ha portato i ricercatori ad ipotizzare che la musica potrebbe essere usata a fini terapeutici per aiutare il cervello a mantenere un ritmo normale ed evitare quindi l’insorgere delle crisi epilettiche.

Una riduzione della frequenza delle crisi in pazienti epilettici sottoposti all’ascolto della musica è stata in seguito dimostrata da uno studio dell’Istituto Serafico di Assisi, presentato alla “6th Cambridge International Conference on Mental Health 2017, a Cambridge. Il team italiano ha osservato che l’ascolto quotidiano della sonata k.448 di Mozart previene le crisi in pazienti affetti da una forma di epilessia farmaco-resistente, migliorando al contempo il loro stato di salute mentale e comportamentale. Gli effetti positivi determinati dalla musica nei pazienti epilettici si sono dimostrati tuttavia temporanei. A distanza di alcuni mesi dall’ascolto della sonata, infatti, la frequenza delle crisi tornava ai livelli iniziali. Per questo motivo gli studiosi sottolineano che la musica non può sostituire in alcun modo i farmaci, ma può essere utilizzata come terapia aggiuntiva in combinazione con i trattamenti farmacologici standard per controllare meglio i sintomi dell’epilessia.

Francesca Gargano, Liceo Democrito