Un’altra macchia per la Juventus

Indagato il presidente bianconero Andrea Agnelli

Il caso calciopoli del 2006 pesa ancora oggi sulla reputazione della Juventus. Si pensava, si diceva che sarebbe stata l’ultima azione illegale commessa dalla società torinese. Ma così non è stato, o almeno per il suo presidente. L’accusa che dallo scorso Marzo grava su Andrea Agnelli è la vendita illegale di biglietti agli ultras, i quali a loro volta li rivendevano attraverso pratiche di bagarinaggio agli altri tifosi bianconeri. Il fine della Juventus era ricucire i rapporti con gli ultras ed evitare disordini all’interno dello stadio. Ciò che aggrava ancora di più l’accusa è il fatto che, secondo l’accusa, alcuni di questi ultras sarebbero ‘ndranghetisti.

Andrea Agnelli, 42 anni, presidente della Juventus dal 2010 -Insidefoto.com

Il comportamento della Juventus andrebbe avanti da almeno 5 stagioni (2011-2016) e oltre al presidente, sarebbero coinvolti Francesco Calvo, ex direttore commerciale della Juventus, Stefano Merulla, responsabile del ticket office, e Alessandro Nicola D’Angelo, security manager. Andrea Agnelli non sarebbe direttamente coinvolto, ma secondo l’accusa era a conoscenza di questi fatti e non avrebbe fatto nulla per impedirli, anzi li avrebbe addirittura agevolati.

La condotta dei bianconeri violerebbe gli articoli 1bis (lealtá sportiva) e 12 (rapporti con i tifosi) del codice di giustizia sportiva.

La procura federale, se confermata l’accusa, chiederà 2 anni e mezzo di inibizione e un’ammenda da 50.000 euro per Agnelli e due turni a porte chiuse per la Juventus.

 

Edoardo Demichelis