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Ha 25 anni e sta facendo impazzire l’Italia. La Trap viene da Cinisello

 

 

Nell’ultimo anno si è sentito parlare tanto di un nuovo rapper, o meglio trapper, Sfera Ebbasta (Gionata Boschetti). Questo genere musicale nasce negli USA negli anni novanta ad opera di artisti come Young Thug e Gucci Mane, è caratterizzato da un andamento sinfonico più lento rispetto al rap: basti pensare che inizialmente non era un genere a sé, bensì i musicisti sentendo il bisogno di ascoltare la propria musica durante l’utilizzo di sostanze (in particolare codeina e morfina, caratterizzanti del genere trap) rallentavano i battiti per minuto delle proprie canzoni, facendone risultare un ascolto “rallentato”. La parte strumentale è di solito realizzata con sintetizzatori melodie minimali, ripetitive, aggressive e/o ipnotiche. In Italia la diffusione della trap e il suo progressivo successo arrivano nel 2013 circa, quando un ragazzo proveniente della periferia di Milano, Sfera, inizia a produrre con quello che ancora è il suo beat maker: Charlie Charles. Inizialmente non ebbero grandissimo successo, ma è con l’arrivo del secondo mixtape “Xdvr” (“Per davvero”) nel 2015 che la musica cambia. In quei pezzi troviamo la realtà di strada di un ragazzino cresciuto dovendosi arrangiare come poteva, senza il padre e con una madre costretta a lavorare come donna delle pulizie dalla mattina alla sera per sbarcare il lunario. Come dice in uno di questi celebri brani (“Rapina”): “ciò che mi ha salvato è il rap”. Sfera racconta quello che vede in strada tutti i giorni: ragazzini che spacciano, rapine, prostituzione, estorsioni, droga e alcool. Spesso accenna a quello che avrebbe potuto essere se la musica non gli avesse dato di che vivere e avesse dovuto uniformarsi alla vita di quel mondo. Per fortuna il successo arriva, tanto e molto in fretta. Il 9 settembre 2016 il rapper pubblica il suo primo album in studio da solista, l’omonimo Sfera Ebbasta, distribuito dalla major discografica Universal (in collaborazione con Def Jam). Iniziano a arrivare le prime certificazioni e non solo: dischi d’oro e di platino, poi le prime collaborazioni con rapper di fama europea come SCH (trapper francese) e il grande Gue Pequeno (padre del rap italiano). L’album vende più di 30.000 copie, i ragazzini lo vogliono ovunque: annuncia i primi tour con date sia italiane che europee e poi gli in-store per i firma-copie, dove la gente è talmente tanta da riempire le piazze e non riuscire a fare la foto con il trapper. Questo stile aggressivo che dà corpo alla ribellione e all’ansia di rivalsa giovanile buca i media e fa innamorare tutti i teenager d’Italia, è caratterizzato da concinnitas, tre parole e ti ha conquistato. Basti pensare che le date del nuovo tour sono andate sold out praticamente tutte nei primi due giorni. La sua superbia di ragazzo di strada arrivato a essere definito il trap king ricorda tanto quella di Hurricane ed è motivo di amore per i suoi fan, non di odio. A gennaio 2018 il rapper annuncia il terzo album: intitolato Rockstar, prodotto nuovamente da Charlie Charles, è stato commercializzato nelle edizioni italiana e internazionale, la seconda caratterizzata da collaborazioni con svariati artisti quali Tinie Tempah e Rich the Kid, Miami Yacine, Lary Over e il trapper più seguito al mondo: Quavo dei Migos. Il gioco della trap è fatto di collaborazioni e non di concorrenza. Ha debuttato in vetta alla classifica FIMI e contemporaneamente, tutti e gli 11 brani hanno conquistato le prime undici posizioni della top singoli. Grazie al successo dell’album, Sfera Ebbasta è divenuto anche il primo artista italiano ad entrare nella top 100 mondiale piattaforma di streaming Spotify.

 

Di Wolfango Fornasari

Fonte immagine: Vanity Fair