L’anno degli insetti commestibili

di Mirko Manset

Dal 1 gennaio 2018 l’Ue ha applicato il nuovo regolamento sui cosiddetti novel food, ovvero gli ingredienti innovativi della cucina del futuro: si apre nei paesi dell’Unione Europea il commercio e la vendita di insetti o alimenti che li contengono.

Gli insetti sono un alimento già consumato in tutto il mondo: oltre a molti paesi dell’Africa e dell’Asia, soprattutto Cina e Thailandia,  che vantano innumerevoli specie commestibili e dove l’entomofogia è piuttosto comune, anche in Belgio e Olanda vengono consumate da anni farine con all’interno insetti micronizzati. In Italia invece era ancora proibita la loro vendita anche se, per chi fosse stato interessato, gli insetti commestibili erano di facile reperibilità nei negozi online; ma ora sono completamente legali e quindi presto potranno essere assaggiati nei ristoranti (lo chef Carlo Cracco nel lontano 2012 aveva già proposto un piatto a base di locuste brasate al vino rosso).

Il ragolamento prevede che gli insetti siano sottoposti a una specifica autorizzazione dall’EFSA (European Food Safety Authority) e finora non è stato registrato ancora nessun tentativo di introduzione di cibi a base di insetti; quindi non bisogna aspettarsi sin da subito di trovare il reparto “insetti” nei supermercati perchè prima di essere introdotti definitivamente sul mercato, gli insetti commestibili devono superare controlli che possano garantirne la totale sicurezza. Tuttavia in Italia, principalmente nel Nord-Est, già una decina di allevamenti ha deciso di specializzarsi sul questo novel food confermando lo sviluppo del fenomeno.

Finora, secondo la FAO (Food and Agricolture Organisation), Italia ci sarebbero almeno una decina di specie di insetti commestibili. Secondo chi li ha già assaggiati, i più gustosi sarebbero i coleotteri (scarafaggi tostati o fritti) e gli ortottori (grilli fritti o bolliti, cavallette arrosto). Su Internet sono già nati i primi siti italiani che raccontano l’entomofagia e la inneggiano proponendo le prime ricette o consigliando le migliori specie (http://www.insetticommestibili.it o www.masterbug.it)

Secondo gli esperti questo settore ha un’enorme potenzialità. Il consumo di insetti ha infatti numerosi vantaggi innegabili: gli insetti possono essere allevati con gli scarti dell’agricoltura, sono molto efficienti nella conversione in carne (circa 80% di un grillo è commestibile, rispetto al 55% di un bovino) e soprattutto si presentano come una fonte alternativa di proteine facilmente reperibile in natura. La stessa FAO stima che le risorse alimentari non sostengano il ritmo della crescita demografica e pertanto sia necessario trovare una nuova  fonte di cibo più economica e più facile da allevare, quali sono, appunto, gli insetti.

Grilli, larve, cavallette (e persino millepiedi e mosche), però sono ancora lontani dalla nostra cucina, infatti oltre all’effettiva mancanza di una specie perfettamente riconosciuta dall’ EFSA, gli italiani si sono dimastrati contrari a questa novità: secondo un’indagine Coldiretti/Ixe ben il 54% non è disposto ad assaggiare gli insetti, mentre solo il 16% si dimostra favorevole; il resto si divide gli indifferenti e chi non ha risposto. A bloccare l’entomofagia non è il sapore degli insetti, che pare non si allontani dal gusto della cucina tradizionale, ma un muro culturale che porta al rifiuto categorico degli insetti: questi sono sempre stati associati al concetto di sporcizia tanto da generare nella cultura occidentale un senso di ribrezzo e disgusto alla loro vista. Tuttavia ingeriamo insetti inconsapevolmente anche adesso: infatti molti cibi quotidiani, come caffè e marmellata, contengono frammenti di insetti acquisiti durante la lavorazione; secondo gli entomofagi, quindi, il consumo di insetti sarà destinato a una rapida ascesa perché i vantaggi, secondo loro, abbatteranno il muro ideologico rendendo gli insetti parte integrante della dieta di tutti i giorni.