NON VOGLIO PIÙ ESSERE L’ULTIMO

di AD.

Io non voglio più essere l’ultimo.

Ero il primo ad essere screditato, perchè venivo da lontano, non parlavo.
Il primo ad essere beffeggiato, in pubblica piazza, l’incapace nel difendersi perchè solo.
Prima degli altri ad essere sfruttato, l’unico che avrebbe acconsentito anche alla più disonorevole delle proposte pur di ottenere un briciolo di vita.

Il numero uno degli esclusi, perchè nessuno avrebbe mai provato a divertirsi con un nuovo amico. Tutti sarebbero rimasti legati a quei rapporti instaurati da una vita, che per quanto belli, avevano sempre lo stesso gusto.

Il solo in grado di non chiedere e rivendicare un proprio diritto, perchè la storia mi aveva insegnato che la legge morale è determinata dal più forte ed io ero il più debole.

Il primo nella lista di coloro che avrebbero dovuto evitare qualsiasi tipo di contatto, di interessamento alla vita della città, perchè distante, nei miei modi, usi e costumi.

Proprio come quando si imparano le lettere dell’alfabeto e si ingnorano quelle straniere, Io non avrei mai immaginato di ritrovarmi primo.

Un essere umano che con il suo nome e niente altro era atterrato su un pianeta nuovo.
Nei miei occhi si leggeva chiaro il mio sentirmi ultimo.
Ero l’emigrato.

 

Agli Italiani, morti nella strage di Marcinelle, Belgio.

Miniera di Bois du Cazier. 8 Agosto 1956