DONNA, CONOSCENZA E SALUTE

In una calda atmosfera di aprile, al Ministero della Salute, si svolge la terza giornata nazionale della salute femminile, nella quale la comunicazione diviene strumento davvero positivo ed efficace per il progresso. In questo giorno primaverile, il lavoro di anni si tocca con mano, influenzando fortemente lo spirito d’azione umano per l’umano. Con un vasto gruppo di uditori ed interlocutori, si va ad affrontare un argomento difficile eppure essenziale, a proposito di salute e malattia.
Il numero considerevole di specialisti e professionisti appassionati, d’associazioni, di federazioni e d’universitari, è prova concreta della battaglia in corso; una lotta per il raggiungimento universale della serenità psicofisica della donna. All’aperto, come in un vero e proprio villaggio, circolano materiali, informazioni e pensieri; una divulgazione a 360 gradi di programmi utili, al fine di perfezionare nell’ambito sanitario.
La ministra Beatrice Lorenzin, insieme a collaboratori ed attivisti, opera nel sociale, ricordando quanto prevenzione e volontà siano sostanziali per l’arricchimento morale del paese. Questa è un’iniziativa di sensibilizzazione prestigiosa e necessaria, ed i temi trattati sono effettivamente molteplici; sebbene sia possibile dire che il tutto verta su impegno, salvaguardia e rispetto. Viene ribadito più volte dai medici presenti, per quanto concerne la risoluzione di un problema concreto, che l’importante è appropriarsi del giusto sapere per affrontarlo, ed essere così in grado di riconoscerlo, catalogarlo e combatterlo. Nelle testimonianze e nei racconti del giorno è anche facile cogliere un’interpretazione comune -seppur velata- di malattia, intesa come entità spesso nascondibile e riducibile erroneamente al silenzio. È risaputo nel quotidiano, eppur si evidenzia nuovamente in chiave scientifica durante la cerimonia, quanto la sopportazione di un dolore indebolisca il fare pratico, l’approccio mentale e la conseguente guarigione. Malgrado la conoscenza di ciò e del proprio sentire, le richieste di sostegno sono spesso assenti; ricercare un aiuto non è un male, in quest’occasione ce ne si rende conto.
Anche la violenza ed il disturbo alimentare -due temi rilevanti della giornata- come ogni altro tipo di sofferenza fisico-mentale, non sono altro che impedimenti da dover, in qualche modo e con forza, distruggere. Nel complesso, da quest’incontro è possibile dedurre che, la conoscenza del malessere e soprattutto delle cause di quest’ultimo, è quel qualcosa che deve essere primariamente interiorizzato per la ripresa della donna e quindi del sociale.

Carola Di Bello V A