Videogiochi “social”

Sempre più giovani stringono amicizia nelle chat dedicate all’intrattenimento

 

In aumento il recente rilascio di nuovi videogiochi per i sempre più moderni smartphone e pc; ad esempio, nel 2017, è stato lanciato l’ormai noto gioco ‘Granny’, un video game horror gratuito disponibile sui play store di ogni telefono cellulare, il quale provoca al giocatore i cosiddetti ‘jumpscare’ (spavento momentaneo dovuto a riproduzione di immagini o filmati che incutono, il più delle volte, timore al giocatore, dovuto a un passo falso all’interno del gioco); questa nuova uscita di prodotti videoludici ha come risultato un notevole aumento dei mezzi di intrattenimento per ragazzi e, in molti casi, per adulti. Ma qual è l’effetto di questi giochi sul giocatore?

Tra i giovani si è diffusa la ‘moda’ di socializzare attraverso i videogiochi attraverso anonimi nickname e chat appartenenti ai giochi stessi; secondo uno studio, questa passione per i giochi virtuali può essere utile ai giocatori per superare traumi e migliorare la propria autostima; ma molti giochi causano anche una letterale dipendenza e, in alcuni casi, un’aggressiva competizione nelle giovani menti. Lo stesso studio afferma che anche la competizione potrebbe tornare utile, ma c’è ovviamente chi la pensa in modo diverso.

Infatti, i genitori (specialmente quelli non molto tecnologici) si preoccupano molto, spesso eccessivamente, quando notano che i loro figli tendono ad isolarsi per giocare ai loro video games, non comprendendo a pieno cosa facciano. Questo porta spesso a genitori e figli a scontrarsi tra le mura domestiche; i primi pretendono che i figli diminuiscano i tempi di gioco, o che addirittura smettano di giocare e, allo stesso modo, i secondi difendono i propri videogiochi con insolita ferocia, provocata dalla propria dipendenza dai videogiochi stessi, giochi a volte molto violenti e, di conseguenza, valutati inadatti a bambini o adolescenti al di sotto di una determinata età. Difatti, la forzata interruzione di un giocatore accanito dal proprio gioco è quasi sempre seguita da una violenta protesta, causata dalla perdita di punti o dalla sconfitta del giocatore stesso, il quale in 9/10 casi sfoga la propria frustrazione su chi o cosa ha intorno.

Tuttavia, non è provato che questi giochi causino comportamenti violenti; l’aggressività del giocatore è semplicemente momentanea e svanisce poco dopo che questi ha smesso di giocare.

Ovviamente, non tutti i videogiochi sono violenti: ad esempio, nel 2018 è stato rilasciato sugli smartphone un altro gioco oramai noto, ‘Harry Potter: Hogwarts Mystery’, che tratta dell’analoga serie di film; il giocatore impersona se stesso per vivere un’avventura nella scuola di magia che ha appassionato i cuori di miliardi di persone in tutto il mondo, come citato perfino da Radio Vaticana, che ha smentito le voci che affermavano che non fosse adatto ad un pubblico di bambini, asserendo che i personaggi rappresentavano lo scenario dove il bene trionfa sul male.

Naturalmente, anche questo videogioco, seppur appassionante, causa allo stesso tempo una dipendenza in certi giovani. E’ anche noto che i giocatori molto accaniti possano iniziare ad assumere comportamenti strani senza alcun preavviso, iniziando a agire e parlare come il loro personaggio preferito del gioco; questo fenomeno potrebbe addirittura portare il giocatore a sviluppare personalità multiple. Nonostante ciò, se non si esagera, i videogiochi possono trasformarsi in unna piacevole esperienza per adulti e bambini, un modo di socializzare con altre persone provenienti da tutte le parti del mondo e, soprattutto, un immaginario viaggio oltre i confini della realtà, che allevia le fatiche provocate dallo studio e dal lavoro.

 

Definitivamente, se i video games rappresentano una momentanea distrazione dalla realtà, allo stesso tempo bisogna mantenere una certa moderazione per non cadere in alcune degenerazioni.