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Le ragazze hanno più probabilità di essere vittime di cyberbullismo: uno studio

Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Media Psychology, esplora le ricerche passate sul cyberbullismo e sul perché questi studi hanno spesso prodotto risultati contrastanti su chi viene vittimizzato

Shaojing Sun dell’Università Fudan di Shanghai e Xitao Fan dell’Università di Macao hanno esaminato oltre 1400 studi sul cyberbullismo pubblicati fino all’ottobre 2013, da cui hanno estratto quaranta studi fornendo dati sufficienti per la loro analisi.

Nei loro studi, hanno trovato una piccola differenza generale che mostra che le ragazze hanno più probabilità di essere vittime dei ragazzi. Analizzando il tutto più accuratamente, i ricercatori, hanno, però, appurato che gli studi esaminati variavano ampiamente a seconda del luogo. Ad esempio, i partecipanti maschi provenienti dall’Asia hanno molte più probabilità di riferire di essere stati vittime di cyber-bullismo rispetto ai ragazzi nordamericani ed europei.

ALTRI FATTORI

I bilanci mostrano che le donne segnalano di più rispetto ai maschi. Sun e Fan suggeriscono che le differenze di sesso nel ricordo di esperienze spiacevoli possono influenzare i risultati dello studio.
Una possibile spiegazione è che i ragazzi hanno più probabilità delle ragazze di provare il bullismo tradizionale, incluso il bullismo fisico.

Quando vengono poste domande sul bullismo tradizionale e il cyberbullismo insieme, le differenze di genere nel cyberbullismo possono diventare meno chiare a causa dell’effetto confondente della combinazione di queste esperienze. Risultati immagini per cyberbullying

Se lo studio fornisce una definizione chiara del cyberbullismo, è più probabile che le donne riferiscano di provare il bullismo informatico. D’altra parte, i ragazzi sono più propensi a riportare di essere vittime di cyber-bullismo rispetto alle ragazze in studi in cui non erano state fornite definizioni formali.

Ad esempio, alcuni studi definiscono il cyberbullismo come “un atto aggressivo, intenzionale, compiuto da un gruppo o individuo, usando forme di contatto elettroniche, ripetutamente e nel tempo, contro una vittima che non può facilmente difendersi da sola”.

CYBERBULLISMO CONOSCIUTO O NO

Inoltre, gli studi che usavano effettivamente i termini “bullismo” e “cyber-bullismo” mostravano differenze di genere più evidenti rispetto agli studi che non lo facevano. Poiché il bullismo spesso ha significati diversi in culture diverse, termini come bullismo e cyberbullismo possono essere interpretati in modo diverso da ragazzi e ragazze a seconda dei ruoli sessuali nella propria cultura.

Gli studi che utilizzano misure di bullismo più binari (ovvero che forniscono risposte sì / no quando vengono poste domande sulle esperienze di bullismo) tendevano ad essere meno sensibili di quelli che misuravano la frequenza con cui si verificava il cyberbullismo o l’impatto di queste molestie. L’utilizzo di misure meno sensibili ha significato trascurare alcuni degli aspetti più sottili del cyberbullismo e determinare il tipo di impatto che le molestie online hanno sulle vittime.

SERVE PIU’ CONSAPEVOLEZZA 

Sfortunatamente, nonostante questo studio abbia esaminato le vittime del cyberbullismo, non dice nulla su chi siano i perpetratori. La ricerca precedente ha portato a conclusioni sorprendenti, compreso il ruolo che la vittimizzazione può svolgere nel cyberbullismo. Per ragioni che non sono ancora chiare, i cyber-bulli hanno sei volte più probabilità di essere vittimizzati online rispetto a persone che non hanno mai praticato il cyberbullismo.

Inoltre, un numero sorprendentemente alto di cyber-bulli si rivelano essere ragazze piuttosto che ragazzi sebbene questo sia spesso difficile da dire con certezza considerando la natura anonima di questo tipo di molestie. È anche importante riconoscere come il cyberbullismo può verificarsi in culture diverse (ad esempio, non esiste una parola tedesca per il bullismo mentre il termine cyberbullismo è raramente visto sui siti web cinesi). 

Considerando che il cyberbullismo sta diventando sempre più popolare, specialmente quando i personal computer e altri dispositivi digitali continuano a diffondersi in tutto il mondo, casi come l’italiana Carolina Picchio o Rehtaeh Parsons,  continueranno a verificarsi.

Anche se non tutti gli esempi di cyberbullismo porteranno al suicidio, il potere che i molestatori anonimi hanno sulle persone particolarmente vulnerabili mostra già la necessità di soluzioni reali. Bisogna impara di più sulla motivazione alla base del cyberbullismo può aiutarci a trovare quelle soluzioni il prima possibile.

Generazioni 2.0

Paolo Ferrara