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“Dovevo passare sul ponte venti minuti dopo il crollo: ora offro le mie competenze per costruirne uno nuovo”

di Aurora Piccardi

 

Paolo Piccardi, cinquant’anni, parla di come vorrebbe offrire se stesso e le sue capacità, racconta le sue opinioni e le sue aspettative da cittadino di una città colpita da una tragedia.

Quale è stata la prima sensazione che ha provato, dopo aver realizzato che sarebbe passato venti minuti dopo sul ponte crollato?

La prima sensazione che ho provato è stata di nervosismo, perché mi sono reso conto come una cosa del genere potesse capitare a chiunque, con una facilità strabiliante. Inoltre sono rimasto piuttosto scosso, perché sarei potuto rimanere coinvolto, molte persone lo sono state, e svariate sono le vittime.

 

Nei giorni seguenti, l’episodio si è ripercosso sulla sua vita, o è riuscito ad affrontare l’avvenimento con una certa facilità?

Il primo impulso è stato quello di tenermi costantemente informato della situazione, tramite i giornali, la televisione. Non ha avuto grandi ripercussioni sulla mia vita, ma ho subito pensato a cosa avrei potuto fare offrendo le mie competenze, porgendo una mano.

 

A quali competenze si riferisce?

Io sono metallurgista, un ricercatore in metallurgia, quindi potevo essere utile, poiché sono proprio i cavi di acciaio ad essersi strappati.

 

Cosa intende con “essere utile”?

Dando la mia disponibilità alla commissione dell’Università di Genova. Sono infatti anche professore di metallurgia presso la facoltà di chimica, che si è riunita in assemblea per comprendere i problemi legati al ponte, e per capire come ricostruirne uno nuovo.

 

Qual è la sua opinione in merito ai colpevoli del disasttro, e come dovrebbe agire lo stato?

A parere mio ci sono colpevoli materiali e colpevoli generali. I colpevoli materiali sono tutte quelle persone che non hanno attuato i corretti controlli e la corretta manutenzione richiesta da più di dieci anni, mentre i colpevoli generali sono quelli che, attraverso la scusa del “non creare traffico”, volevano solo aumentare i profitti, nonché della società che gestiva il ponte Morandi, la quale non ha mai investito la somma necessaria non solo in questa struttura, ma anche in tutte le altre che ancora oggi sono a rischio. Lo Stato dovrebbe dare il via libera per la ricostruzione in tempi molto rapidi  e chiedere i soldi ai diretti colpevoli della vicenda.

 

Quali sono le sue previsioni sulle azioni dello Stato?

Prevedo una prolungata attività di ricostruzione, che durerà più del dovuto, per la ricostruzione del ponte e la messa in sicurezza della zona. Spero che questo avvenimento venga visto come un esempio da seguire in futuro per non commettere gli stessi errori. Sarebbe inoltre un’ottima decisione quella di verificare come altri paesi, che a loro volta hanno subito la stessa tragedia, abbiano reagito, per trovare la soluzione più rapida.