• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “Stavo facendo una ricerca su Internet e dalla finestra ho visto cadere un’auto”

“Stavo facendo una ricerca su Internet e dalla finestra ho visto cadere un’auto”

di Giulia Angerosa

 

Sono queste le parole che la diciannovenne Martina Carrozzi usa per descrivere il momento del crollo. Martina è studentessa presso la facoltà di lettere a Genova e risiedeva in Via Fillak con la madre e il fratello minore. Dopo il crollo del ponte Morandi la sua famiglia è stata allontanata dalla propria casa e costretta a trovarsi un nuovo alloggio.

Martina, come hai reagito al momento del crollo?

Non volevo crederci, stavo facendo una ricerca su Internet e dalla finestra ho visto volare un’auto; all’inizio pensavo fosse un’allucinazione poi ho sentito un boato,  sono corsa in cucina da mia madre e ci siamo affacciate sulla finestra in direzione del ponte e vedendolo distrutto mi è salito un “nodo alla gola”.

 

Cosa hai pensato nel momento in cui hai visto il ponte?

Sapevo che ci avrebbero allontanati da casa, ma ho voluto sperare nel contrario fino all’arrivo delle forze dell’ordine, ovviamente, ho pensato istintivamente alle persone che attraversavano il ponte in quel momento e che, purtroppo, hanno perso la loro vita…

 

Come avete trovato una sistemazione tu e i tuoi familiari?

Attualmente viviamo da mia zia, la sorella di mia madre, ma speriamo di poter tornare nelle nostre case presto anche soltanto per recuperare dei nostri oggetti cari.

 

Come avete reagito alla situazione? Chi ha reagito meglio? Chi ha reagito peggio?

Penso che nessuno nella nostra città possa aver reagito bene al crollo del ponte, o almeno, non la mia famiglia. Io e mia madre abbiamo reagito con lucidità e abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare la situazione. Per quanto riguarda mio fratello, lui è rimasto molto provato da tutto ciò, penso sia ancora piccolo per reagire lucidamente a una tragedia simile quindi sono certa che sia stato mio fratello a reagire nel modo peggiore; per quanto riguarda la persona che ha reagito nel modo migliore non saprei dirtelo perché penso non si possa reagire pienamente bene a questa tragedia.

 

Ti ringrazio per questa intervista, Martina. Mi ha interessata molto la tua vicenda. Un’ultima domanda, pensi che alle persone coinvolte nella tragedia dia fastidio ricevere interviste?

Assolutamente no! A parer mio le interviste possono aiutare noi sfollati a sfogare la tristezza che teniamo nascosta, ma che in realtà fa parte di ognuno di noi; di certo si possono trovare persone che non vogliono essere disturbate sull’argomento, ma la maggior parte accetta le interviste molto volentieri.