Manifestazione contro tagli e nuova maturità

Gli studenti sono il futuro della società ed è su di essi che il governo dovrebbe investire, non solo garantendo a tutti il diritto allo studio ma fornendo anche servizi adeguati agli studi e, più in generale, alla loro condizione di giovani senza reddito. (benissimo l’attacco) Tuttavia, l’interesse degli studenti non sembra essere all’ordine del giorno per il governo. Per tale ragione, in seguito all’introduzione di un nuovo esame di Maturità peggiorativo rispetto all’attuale e per i 4 miliardi di euro di tagli all’istruzione attuati per mancanza di fondi, gli studenti di tutta Italia hanno deciso di non rimanere indifferenti e il 22 febbraio sono scesi in piazza organizzando una grande manifestazione , sottoscrivendo un appello e portandolo all’attenzione del MIUR. La protesta contestava la riforma dell’esame di Stato 2019 che, oltre ad essere posta con poco preavviso, comporta un esame svuotato di contenuti e comprensione critica e utilizza gli studenti che hanno seguito programmi non in linea con le novità dell’esame come “cavie” di questo nuovo esperimento. L’obiettivo dei ragazzi era ottenere un passo indietro sulla riforma ma scendendo in piazza hanno denunciato anche svariate problematiche all’interno degli organi scolastici fra i quali la mancanza di sicurezza e il peggioramento qualitativo nella programmazione dell’alternanza scuola lavoro, che è davvero poco inerente alla formazione degli studenti. Le scuole versano in un preoccupante stato di abbandono e i fondi per metterle in sicurezza vengono impiegati per attuare il piano “Scuole Sicure” che stanzia 2,5 milioni per installare nuove telecamere e aumentare i controlli di polizia tra gli studenti, trattati come criminali da tenere sotto controllo e non come giovani che vogliono apprendere e crearsi un futuro. Manifestando essi rivendicano i loro diritti chiedendo un piano straordinario di finanziamento dell’edilizia scolastica per la messa in sicurezza di tutte le strutture.

Intervista ad un passante:

-Cosa ne pensa della Riforma all’esame di stato e delle sue conseguenze sugli studenti?

-Non conosco la riforma nei dettagli, quindi non posso esprimermi in merito; faccio però alcune considerazioni a latere basandomi su quanto ho potuto capire ascoltando studenti e insegnanti. E cioè che fare le riforme tanto per farle rischia di vanificare l’effetto positivo e migliorativo che eventualmente possono avere. A mio avviso, prima di rendere effettiva una riforma scolastica, bisogna accertarsi che sia ben strutturata e che tutti gli attori coinvolti – studenti e corpo docenti – vengano resi edotti. Questo non mi risulta sia avvenuto, almeno per ora. Aggiungo che una riforma ad anno scolastico già avviato, se non è sufficientemente chiara, rischia di penalizzare i ragazzi che si troveranno ad affrontare il nuovo esame di maturità. Quindi più che la sostanza mi viene da mettere in discussione le modalità di diffusione e le relative tempistiche.

-Il ministro Salvini ha chiamato “fannulloni” e “figli di papà” gli studenti che hanno manifestato il loro dissenso durante l’autunno, cosa ne pensa di questa affermazione?

-Essere d’accordo con Salvini mi risulterebbe molto molto difficile e faticoso da sostenere! Detto ciò, ritengo che senza dubbio le manifestazioni siano un validissimo strumento per esprimere le proprie idee e per far valere i propri diritti; certo, può accadere che in queste situazioni s’intrufolino fannulloni ma é altrettanto vero che si tratta di un fattore fisiologico, un rischio che vale senza dubbio la pena correre. Penso quindi che questo non vada minimamente a inficiare sugli effetti di una manifestazione perché ritengo che le file di ragazzi sinceramente coinvolti e motivati siano molto più corpose dei perdigiorno senza ideali .

-Crede che l’iniziativa dell’alternanza scuola-lavoro nelle scuole sia utile?

-L’iniziativa dell’alternanza scuola lavoro la ritengo molto utile perché, effettivamente, gli studenti, in particolare liceali, benché ricevano un’istruzione adeguata, spesso si trovano impreparati al mondo del lavoro.È quindi una iniziativa che può avere risvolti molto utili, a patto che le proposte di lavoro date dalla scuola siano attinenti al percorso di studi che svolgono i ragazzi.

-Cosa ne pensa dell’introduzione di telecamere nelle scuole e dell’incremento dei controlli fra gli studenti?

-Non sono affatto d’accordo con uno stato militare e quindi con metodi che prevedono telecamere, polizia, cani. Non mi convincono come sistemi e ritengo che siano una sconfitta per l’intelligenza umana. Ritengo, invece, che si dovrebbe ricorrere in modo più consistente ad altri approcci, forse più impegnativi ma certamente più efficaci nel lungo periodo; credo che dialogare, formare ed informare i ragazzi, incuriosirli e coinvolgerli siano le uniche armi vincenti per avere una società migliore, piuttosto che terrorizzarli. Inoltre penso che i fondi potrebbero essere meglio utilizzati per rendere sicure le strutture scolastiche (che cadono a pezzi) piuttosto per reprimere studenti.

-Considerando che lo Stato dovrebbe garantire a tutti il diritto allo studio, cosa ne pensa dell’ aumento dei costi per le famiglie?

– Posto che lo stato deve garantire il diritto allo studio a tutti, senza discriminazioni di sorta, più che altro mi chiedo dove vada a finire il 40% di tasse che viene decurtato dal mio stipendio.

Francesca Romano 3L