La leggenda del pianista sull’oceano

Il mio film preferito è “La leggenda del pianista sull’oceano”, diretto da Giuseppe Tornatore. Danny Boodman, un macchinista di colore del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassa di limoni nella prima classe della nave e battezza il bambino con il proprio nome, aggiungendovi l’insegna presente sulla cassetta con cui lo ha trovato: “T.D. LEMON”. Pensava, infatti, che il significato di T.D. fosse “Thanks Danny” e che quindi lui fosse destinato a prendersene cura. Gli assegna pure il nome di Novecento, secolo in cui ha trovato il bambino. Danny decide di allevarlo in segreto per impedire che potessero portarglielo via; vive così i suoi primi anni di infanzia nella sala macchine del piroscafo. Dopo la morte del padre adottivo il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano Smith, dovevano prelevarlo e consegnarlo ad un orfanotrofio. Scompare per giorni interi, ma infine si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte. Diventa così il pianista della nave che allieta con le sue sonorità le serate. Il ragazzino osserva il variopinto mondo dei passeggeri: i ricchi signori in prima classe, gli emigranti che sognano una nuova vita in America, le ragazze, le merci e la confusione. Molti anni dopo, senza essere mai sceso dalla nave, conosce Max con il quale suonerà per molti anni e stringerà altresì una solida amicizia. La notizia della sua bravura come pianista si diffonde al punto da condurre il jazzista Ferdinand “Jelly Roll” Morton a sfidarlo in un duello che fu vinto da Novecento. Nonostante le ripetute richieste degli impresari che cercano di fargli avere successo fuori dalla nave, in città, lui decide di rimanere a bordo. Vani sono stati, infatti, tutti i tentativi di lasciare la nave. Novecento rimase, infatti, sulla nave per tutto il resto della sua vita.

Cristian Basile
I.C.S. “G.Verdi”- Classe V B