• Home
  • Blog
  • Articoli
  • CONVITTO FALCONE: L’EREDITA’ DI GIOVANNI FALCONE AGLI ADOLESCENTI

CONVITTO FALCONE: L’EREDITA’ DI GIOVANNI FALCONE AGLI ADOLESCENTI

UN FILM CHE  INSEGNA L’IMPORTANZA DI STARE DALLA PARTE DEI GIUSTI PER COMBATTERE LA MAFIA

Per prepararci al XXVII anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, con la nostra classe, abbiamo visto il cortometraggio Convitto Falcone, di Pasquale Scimeca. Il Convitto era la scuola frequentata dal Giudice Giovanni Falcone, vittima della mafia, il 23 maggio 1992, insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai poliziotti della sua scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Il protagonista del film è Antonio Conti, un ragazzo, ormai cresciuto e divenuto giornalista, che racconta la sua esperienza nel Convitto, grazie al ritrovamento della pagella del Magistrato, all’interno di un armadio polveroso della scuola.  A 11 anni, dalle Madonie, dove viveva coi genitori, arriva in quella prestigiosa scuola, grazie a una borsa di studio. All’inizio non era felice di stare lì. Il primo giorno di scuola prese perfino una nota da una professoressa, perché litigava con un compagno. Il professore che lo aveva accolto e che ogni giorno dialogava con lui, gli chiese il perché della nota, ma Antonio non volle parlare dell’accaduto. Tuttavia, riuscì a far amicizia con un ragazzo, suo compagno di stanza. A poco a poco si abituò a stare lì. Era impegnato. La mattina andava a scuola, nel pomeriggio faceva i compiti e poi giocava a pallone. Un giorno, all’ora di pranzo, Antonio trovò a terra una lettera, del suo compagno di stanza. La prese e dopo avere letto il contenuto, ricattò il suo amico, il quale avrebbe arbitrato la partita, dicendo che se non avesse fatto vincere la sua squadra, avrebbe rivelato a tutti il lavoro della madre a Milano. L’amico si sentì minacciato. Antonio cominciò a raccogliere i soldi per truccare la partita. Il professore, che si accorse del gioco scorretto di Antonio, lo chiamò e cominciò a raccontargli la sua storia. Gli raccontò le esperienze in quella scuola e i suoi amici. In particolare, accennò, attraverso una fotografia, dell’amico che faceva parte della scorta di Giovanni Falcone, morto nella strage. Mettendosi a piangere, il professore ricordò ad Antonio, per l’ennesima volta che si trovava nel Convitto dedicato a Giovanni Falcone, dove si dovevano rispettare le regole. Per punizione gli diede dei libri e una videocassetta da vedere. Quel materiale raccontava la storia di Giovanni Falcone, dalla vita alla morte. Dopo avere visto e letto, Antonio capì di aver sbagliato e chiese scusa all’amico, restituendogli la lettera. Il ragazzo non si sentì più sotto minaccia e la partita si svolse regolarmente e venne vinta dalla classe di Antonio, ma in maniera onesta e senza imbrogli. Alla fine del film, sono comparsi tutti i volti dei poliziotti delle scorte di Falcone e Borsellino, vittime della mafia, morti per difendere noi cittadini. Ci siamo posti alcune domande: “Cos’è la legalità? Perché chi combatte per la legalità è costretto a scendere a compromessi?”. Ad esse siamo riusciti, dopo diverse riflessioni, a dare delle risposte. Ma la risposta a queste domande è soltanto una: onestà e civiltà. Amore e rispetto per la società e per il prossimo. Ritornando alla vicenda del giovane Antonio che cercò di corrompere la squadra avversaria, ciò denota l’atteggiamento corrotto e malavitoso in cui possono crescere alcuni individui, o per ignoranza o perché nati e cresciuti in un ambiente dove regnano criminalità e mafia ed emergono i comportamenti illegali. Per noi è stato importante vedere questo film perché ci ha fatto capire che è importante stare dalla parte dei buoni e dei giusti, per combattere la mafia. Questo film ci ha insegnato che la mafia è illegalità, cioè essere scorretti, barare, non rispettare le regole o le leggi. Per questo diciamo: “Stop alla mafia e all’illegalità”! “Le idee di Falcone cammineranno sulle nostre gambe”. Queste parole resteranno impresse nel nostro cuore e nella nostra mente, per sempre.

Giulia De Vita
Mario Pavia
Sofia Siragusa
Classe II A, secondaria I grado