Recensione di “Red Dead Redemption 2”

Red Dead Redemption 2 è uscito il 26 ottobre del 2018 su Playstation 4 e Xbox One dopo otto anni di sviluppo da parte di Rockstar Games, la casa di sviluppo che ha prodotto giochi come Grand Theft Auto, Bully o Manhunt. È ambientato quattordici anni prima del primo Red Dead Redemption, è quindi un prequel. Il gioco è ambientato nel vecchio West, nel 1899, quando l’era dei fuorilegge è ormai quasi finita.

Il giocatore vestirà i panni di Arthur Morgan, fidato membro della banda di Dutch Van Der Linde e potrà muoversi liberamente in una mappa Open World vastissima e piena di missioni secondarie ed eventi casuali.

La storia, dalla durata di circa sessanta/settanta ore, è caratterizzata da una narrazione eccezionale, paragonabile per esempio ad un “The Last of Us”. Molto importanti sono anche la regia e la sceneggiatura; entrambe curate in ogni minimo particolare. La trama gira intorno alle vicende della banda dei “figli” di Dutch che è costretta a fuggire a causa di un colpo fallito. Come detto prima; oltre alla trama principale, sono presenti anche molte missioni secondarie, o incontri, come vengono chiamati nel gioco. Queste missioni possono anche essere evitate, ma sarebbe veramente un peccato ignorarle dato che sono veramente ben fatte e possono dare anche interessanti ricompense.

Anche dal punto di vista tecnico il gioco è a dir poco impressionante, soprattutto sulle console mid-gen, in particolare su Xbox One X. Stando a Digital Foundry infatti è l’unica piattaforma su cui Red Dead Redemption 2 riesce a girare ad una risoluzione di 4K nativi, offrendo le performance tecniche più solide e il comparto visivo di più grande impatto. La rivale PlayStation 4 Pro di Sony deve invece ”accontentarsi” di una risoluzione dinamica, che passa dagli iniziali 1920×2160 per poi arrivare ai 4K in upscale tramite una tecnica definita checkerboard rendering. Il risultato è naturalmente apprezzabile, ma è importante sottolineare che sui pannelli Ultra HD si può notare qualche sbavatura a livello di pulizia. Passando alle console standard si raggiungono i 1080p nativi su PlayStation 4 e i 864p su Xbox One, sacrificando in parte la qualità delle texture. Parlando del frame rate, il gioco punta ai 30fps su tutte le console. Su Xbox One X e PS4 Pro è possibile godere di un aggiornamento dell’immagine solidissimo, con qualche piccola incertezza solo nelle città più complesse e più ricche di elementi a schermo. Sulle console standard, d’altra parte, il conteggio dei fotogrammi rimane fisso a 30 nelle zone più semplici, fino a calare intorno ai 22-23 fps nelle aree più pesanti da gestire.

Ultimo punto di questa recensione, ma non per importanza, è il gameplay. Anche qui Rockstar è riuscita a fare grandissimi passi avanti rispetto agli standard odierni, in particolare per quanto riguarda l’interazione con l’immenso mondo di gioco. Una parte fondamentale del gameplay è costituita dall’esplorazione. Fondamentale è la presenza del cavallo; probabilmente i migliori mai realizzati. Sarà molto soddisfacente esplorare il mondo di gioco in sella al vostro fido destriero, con cui stabilirete anche un livello di legame via via maggiore man mano che cavalcherete insieme.

Un altro aspetto importante è il gunplay; ovvero “la parte sparatutto” del gioco. Lo shooting è ben fatto ed è in linea con altri giochi Rockstar. Il gunplay differisce però dagli altri sparatutto presenti sul mercato per l’uso del Dead eye (già presente nel primo capitolo), che aggiunge molte possibilità al gameplay.

Nel gioco è presente inoltre una modalità multiplayer, che uscirà dalla fase di beta il 15 aprile. Tuttavia questa modalità non è minimamente paragonabile alla modalità single player, sia per la mole di contenuti sia per la qualità effettiva dell’esperienza di gioco. Al momento di questa recensione infatti la componente online presenta poche modalità e poche cose da fare, soprattutto se confrontate alla controparte di GTA Online, su cui Rockstar sta puntando molto ormai dal 2013.à

Red Dead Redemption 2 è sicuramente uno dei giochi migliori del 2018, se non di sempre. Dato che riesce ad evolvere il concetto stesso di videogioco. Il gioco presenta una modalità single player eccezionale, sicuramente una delle migliori degli ultimi anni, se non di sempre; con una storia ben scritta che non fi farà staccare le mani dal controller, soprattutto nelle fasi finali. Nella modalità multiplayer, invece, ci sono ancora delle imperfezioni. Probabilmente il 15, con l’uscita “ufficiale” della modalità online, Rockstar aggiungerà qualcosa di nuovo ad una modalità che, se non verrà modificata al più presto, rischia di essere dimenticata.

Riccardo Rizzo