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Il Pando, tra gli organismi più antichi al mondo sta scomparendo Page

Negli ultimi tempi ai nostri occhi si sta materializzando una realtà più che scomoda ovvero quella della scomparsa di uno dei polmoni verdi più antichi al mondo, la foresta del Pando. La foresta – anche nota come Trembling Giant ovvero Gigante Tremante – si trova nello Utah nell’area di Fishlake ed è formata da 47 mila alberi geneticamente identici. La foresta possiede però un segreto non comune, tramite i marcatori delle piante le ramificazioni del Pando sono state stabilite appartenenti allo stesso organismo vivente, formato da un sistema di radici di settemila tonnellate più antico di 800 anni, formato da una sola specie di albero, il pioppo tremulo americano (Populus tremuloides).
La notizia è scaturita da uno studio americano pubblicato dalla rivista “Plus One” e ben presto diversi ecologisti si sono fatti avanti per dire la propria a riguardo. Uno di questi studiosi è Paul Rogers, ecologo presso la Utah State University, il quale definisce il Pando particolarmente in pericolo a causa del veloce deterioramento delle radici generative di questo organismo; Rogers ha infatti notato l’assenza di steli giovanili e quindi l’impossibilità di una rinascita biologica della foresta nel giro di pochi anni. Tali considerazioni hanno portato Rogers a un esito più che scomodo ovvero che la foresta nel giro di pochi anni vivrà un catastrofico e improvviso avvizzimento e deterioramento. Tra le cause principali dannose al Gigante Tremante ci sono il cambiamento climatico, gli incendi boschivi e gli animali al pascolo, in particolare il cervo mulo, la cui razza grazie a leggi che hanno permesso la soppressione di lupi e orsi prospera tranquillamente in quelle zone e accelera il processo di estinzione del Pando.
Al fine di salvaguardare una simile meraviglia i ricercatori hanno fatto diverse proposte come il porre recinzioni per tenere lontani gli animali o addirittura l’utilizzo di cacciatori professionisti per ridurre il numero di cervi. Gli scienziati fanno però giustamente notare il fatto che la maggior parte dei danni provocati alla foresta che hanno portato al suo ridimensionamento sono imputabili all’uomo stesso a causa dello sviluppo fin dagli anni quaranta di strade e luoghi pubblici nell’area circostante. Come infatti lo stesso articolo del “Plus One” afferma: ”Questa prima valutazione completa delle condizioni di Pando rivela un’antica foresta minacciata dalle recenti decisioni umane”. Che sia dunque il momento di recintare la foresta al fine di tenere il dannoso uomo lontano dal Pando?
Sofia Dezzi Bardeschi / Liceo Classico Galileo di Firenze